Calcio
Taranto, Campbell non sarebbe ancora uscito di scena: contatti aperti con il trust dei tifosi. Presto nuova offerta?
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Mercoledì c’è stata l’assemblea dei soci dell’Aps Taras 706 (il trust dei tifosi del Taranto) dalla quale sarebbe emerso che non è ancora stata messa la parola fine alla trattativa Campbell (Apex Capital Global LLC) – Taranto FC 1927.
A quanto pare il manager londinese è rimasto in stretto contatto con i vertici del trust di tifosi. Come riporta il Corriere di Taranto “Una telefonata ci sarebbe stata anche prima della riunione di mercoledì. La trattativa per il passaggio di proprietà sarebbe ancora in piedi e d’altro canto nessuno ha comunicato ufficialmente il contrario”.
“Sarebbe stato riferito che la prova del collegamento tra gli investitori (gli indiani Ravi Mudi e Nadim Z. Qureshi che poi si sarebbero tirati indietro?) e Campbell è rappresentata dal nome di uno dei due investitori sul primo bonifico. Inoltre, Campbell avrebbe fornito all’Aps Taras prova che il bonifico partito mercoledì scorso per pagare gli stipendi è stato respinto per via del conto corrente bloccato del club. E’ stato evidenziato, poi, che anche altri club calcistici con proprietà americane, come Parma, Picerno e Catania hanno avuto problemi legati alla tempistica dei bonifici”.
Campbell e la famiglia Giove, nel frattempo si sarebbero scambiate delle mail piuttosto pesanti legate al mancato rispetto di accordi inseriti nel famoso preliminare, tanto che della questione se ne starebbero occupando i rispettivi legali. Le inadempienze non sarebbero soltanto di una sola parte, a quanto pare.
Insomma la situazione resta ingarbugliata e finché una delle due parti non si esporrà pubblicamente, si darà adito a ipotesi e congetture varie.
Campbell potrebbe anche decidere di ritornare a Taranto nei prossimi giorni con una nuova proposta di acquisto del club rimodulata in base all’attuale situazione, ben diversa da quella stimata un mese e mezzo fa.
Nel frattempo, in attesa che qualcuno si esponga ufficialmente in casa APS Taras 706 a.C. volano gli stracci, con il direttivo in carica preso di mira dalle critiche per la gestione mediatica, opinabile, del passaggio di proprietà, fallito, del Taranto FC 1927.
A chiedere chiarezza è soprattutto Gianluca Sostegno, ex presidente dell’Aps Taras che ha affidato il suo pensiero a un comunicato stampa pubblicato sulla pagina Facebook Core Skattate.
“In queste ore si sta erroneamente attaccando la APS Taras 706 a.C.. Perché “erroneamente” vi starete chiedendo? Perché attaccare la APS è un po’ come prendersela con la Nazione, con lo Stato Italiano.
Che colpe possono mai avere queste supreme istituzioni?
Lo Stato Italiano ad esempio si fonda su una Costituzione che non ha eguali al mondo, è la più elevata sintesi di democrazia cui si sono ispirati molti altri Paesi. La nostra Costituzione pur essendo vecchia di 77 anni sembra proiettarsi nel futuro con principi innovativi che ancora oggi risultano pienamente validi.
Uno Stato, una Nazione, non possono essere oggetto di critica. Si critica il Governo di quella Nazione. Lo stesso dicasi per la APS Taras 706 a.C., essa si fonda su un principio innovativo: quello dei Supporters’ Trust. Lo Statuto dello stesso Taranto Fc 1927 è stato plasmato su questo principio che pone al centro la tifoseria. Ai tifosi del Taranto vengono attribuiti privilegi speciali e ruoli che nessun’altra società di calcio in Italia può vantare.
Ecco perché le critiche dovrebbero essere indirizzate all’Organo di Governo che oggi rappresenta il nostro Supporters’ Trust.
Parto da alcuni presupposti fondamentali: non sto mettendo in discussione (e mai lo farò) la buona fede di chi oggi rappresenta la APS, non posso disconoscere le indubbie difficoltà del ruolo. Non sto imputando alla APS Taras 706 la colpa di quanto sta accadendo ma, non me ne vogliate, mi sento di censurarne completamente l’operato.
La APS Taras 706 a.C. in passato, in situazioni analoghe, ha rappresentato un riferimento importante per l’intera tifoseria.
Un Direttivo APS già ridotto all’osso per effetto delle dimissioni di due consiglieri e che non vive la realtà sul territorio, in tutta questa vicenda ha purtroppo dato la sensazione di una totale personalizzazione in capo al suo Presidente il quale ha gestito in maniera ingenua e superficiale i vari passaggi.
Un Presidente che si è interfacciato tutti i giorni (sue parole) con questo “presunto” Fondo Anglo-Americano le cui credenziali di presentazione non erano certamente delle migliori. Ha quindi fatto da megafono non si sa bene a chi, tranquillizzando a più riprese la piazza nel merito della bontà dell’operazione.
Ha invitato a non cadere in psicosi collettive, qualcuno è arrivato al tempo stesso a minacciare di querela i tifosi più accesi nelle loro critiche.
Un overbooking di presenze mediatiche in trasmissioni via internet nelle quali rassicurava la piazza sul cambio di fideiussione, sulle date del closing e quindi sul pagamento degli emolumenti.
Nulla di tutto questo si è verificato, anzi, abbiamo assistito a comunicati stampa di (presunto) soggetto acquirente e di (presunto) venditore che hanno addirittura sconfessato diverse posizioni pubbliche tenute dallo stesso Presidente della Aps Taras 706 a.C..
Un direttivo APS eletto da tifosi per rappresentare i tifosi in seno alla società, che a tutt’oggi è unico depositario d’informazioni. Notizie che a nessun’altro è dato sapere in ragione di presunti patti di riservatezza (non si sa bene stipulati da chi e con quali finalità).
Non è dato sapersi chi siano e di dove siano gli investitori a supporto di questa Apex, i cui nominativi tuttavia pare siano ben noti allo stesso Direttivo della APS. Mi chiedo se nel merito si siano effettuate le dovute indagini.
Non è dato sapersi l’importo di cessione del club ufficializzato nella comunicazione di diritto di prelazione.
Non è dato sapersi nulla, anche adesso che sembra essere saltato tutto e non è dato sapersi neanche se sia stato dato incarico al consulente legale per il tanto sbandierato procedimento di accesso agli atti ed ai conti correnti del Taranto.
Non ci si può nascondere dietro frasi del tipo “questi erano gli unici, altrimenti saremmo morti”.
Non si giustifica nulla così, soprattutto se nel frattempo siamo morti inseguendo il nulla.
Sarebbero doverose le dimissioni in blocco dell’intero Direttivo della APS Taras 706 a.C., quella stessa Associazione che oggi ne esce mortificata più di tutte.
Le dimissioni a chi non ama il Taranto Fc non le chiediamo neanche (politici), ma a chi invece siamo certi che il Taranto lo ama davvero, non dovremmo neanche chiederle”.
Infine, Massimo Ferrarese, commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto nel 2026, ha chiamato a raccolta gli imprenditori tarantini che ha incontrato ieri mattina nella sede di Confindustria per fare il punto sulla possibilità di un coinvolgimento delle imprese locali nei lavori di costruzione degli impianti per la manifestazione sportiva del 2026.
“Non possiamo far morire il Taranto calcio. Le imprese tarantine – ha spiegato – sono fondamentali per lo sviluppo del territorio e per questo confido nella vostra sensibilità e responsabilità sociale affinché si dia una mano per salvare una realtà che è molto importante per la città”.
Ferrarese ha atteso la conclusione della riunione, si è accertato che in sala non ci fossero giornalisti – ma la notizia è trapelata ugualmente – e poi ha rivolto questo accorato s.o.s alle forze imprenditoriali tarantine. L’ideale – vista la situazione drammatica in cui versa la società rossoblù – e che ci siano almeno, se non di più, una decina di imprenditori pronti a stringersi intorno al capezzale del malato, cioè il Taranto, per restituirgli energia e garantire una prospettiva più luminosa rispetto all’umiliante attuale condizione.
Ferrarese ha anche posto l’accento sullo stadio: “Non possiamo avere un impianto gioiello da 60 milioni di euro e poi non avere una squadra da far giocare”.
A quanto pare, l’appello di Ferrarese avrebbe lasciato il segno. Ora si attendono sviluppi positivi adeguati dopo questo inatteso appello. Non va dimenticato che Ferrarese, come imprenditore, ha già vissuto esperienze simili a Brindisi. In una situazione analoga a quella in cui versa oggi il Taranto Calcio, nel 2004 portò in salvo la squadra di pallacanestro e riuscendo persino a portarla nella massima serie. All’epoca, guarda caso, Ferrarese era presidente di Confindustria Brindisi e oggi proprio nella sede di Confindustria Taranto ha voluto lanciare il suo appello per restituire dignità ai colori rossoblù.
Nel corso dell’incontro con gli industriali tarantini, il commissario ha rivolto l’attenzione anche alla fase successiva ai Giochi del 2026 e in particolare alla gestione degli impianti: non ci si può prendere il lusso di lasciar languire stadio di calcio, centro nautico, Palaricciardi e piscine. Quindi una attenzione particolare dovrà essere rivolta proprio alla successiva gestione degli impianti.
L’incontro di ieri mattina, come detto, aveva l’obiettivo di verificare il coinvolgimento delle aziende locali nei lavori per i Giochi 2026. Il governo ha stanziato per questo obiettivo 275 milioni di euro, la cifra più alta mai stanziata per un evento sportivo al Sud. Quindi i margini per un adeguato coinvolgimento delle aziende locali ci sarebbero. Clima molto cordiale e collaborativo con il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, che ha messo in evidenza come i Giochi del Mediterraneo possono costituire una importante leva di sviluppo per il territorio. Per il presidente dell’Ance, Vito Messi, sono superate anche le incertezze iniziali sui criteri di aggiudicazione dei lavori: “Non avevamo condiviso la scelta di privilegiare l’offerta economica, ora però siamo pronti a raccogliere la sfida imprenditoriale e dare il nostro contributo per la migliore riuscita dei Giochi 2026”.