Calcio
Strega, la squadra ha perso l’identità. Sono 50 giorni senza vittorie, Pazienza ancora non trova la chiave giusta
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Un incubo che sembra non finire mai. E’ ancora notte fonda per il Benevento, che persevera nel suo digiuno di vittorie (ben 50 giorni sono trascorsi dall’ultima volta) e continua a perdere terreno in classifica, assalito dai fantasmi e dalle insicurezze, travolto dagli errori di valutazione e dalla frenesia di porvi rimedio. E’ la parabola discendente una squadra che ha perso la cosa più importante che aveva, e cioè l’identità”. Lo riporta IL Mattino.
“E con essa – aggiunge il quotidiano – quella serenità, quell’approccio leggero e sbarazzino che nella prima fase di stagione gli aveva permesso di lasciarsi dietro le altre 19 contendenti. Tutto è stato spazzato via in un lasso di tempo ridotto, nello spazio di quattro o cinque settimane, una parte di dicembre e quel mese di gennaio che, puntuale come un orologio, ogni anno, vuoi o non vuoi, ti presenta sempre il conto. E se non ti fai trovare pronto ad affrontarlo con la schiena dritta, la necessaria lucidità, ma anche con lungimiranza e soprattutto con umiltà, se non sei in grado di prenderlo di petto, rischi di farti male davvero”.
“Additare i responsabili, che sono sotto gli occhi di tutti da settimane – prosegue il giornale – è fin troppo facile, d’altro canto è l’esercizio più praticato in questi ultimi giorni: la delusione e l’amarezza corrono sui social alla velocità della luce e si mescolano con la rabbia e l’odio viscerale in un tripudio di analisi condivisibili o fuorvianti, considerazioni legittime e scriteriate, insulti e offese, richieste di dimissioni, inviti ad andar via o a cacciare questo o quello. Il risultato è un tutti contro tutti che non fa bene a nessuno e serve solo ad acuire la spaccatura che si è creata dirigenza, squadra e tifosi”.
“Lanini che fa gol sotto la curva ospiti – sottolinea l’articolo – e, piuttosto che andare a festeggiare con i supporters giallorossi, preferisce dirigersi verso la panchina, accompagnato da Oukhadda che fa un gesto plateale come a dire “deve essere solo nostra questa esultanza” rende appieno la cifra dell’attuale situazione. E fa capire perché si è arrivati a questo punto, che potrebbe essere quello di non ritorno. Fin quando la tracotanza prevarrà sul pudore, la protervia dominerà sul rispetto, l’ostinazione si imporrà sulla razionalità, sarà complicato abbandonare questa condizione”.
“Ormai – si legge – la frittata è fatta, la promozione diretta se la giocheranno due squadre e tra queste, purtroppo, non ci sarà il Benevento. Meglio provare a resettare tutto facendo qualche bel respiro, evitando reazioni a caldo, rimuginando sugli errori commessi e cercando di capire in che modo si può raddrizzare la barca. I risultati di ieri oltretutto dicono che il Benevento adesso dovrà guardarsi indietro e che anche il quarto posto potrebbe essere a rischio: Crotone e Potenza stanno arrivando (hanno battuto Monopoli e Foggia con le doppiette di Murano e Siatounis e il gol di Petrungaro, guarda caso tutti rinforzi arrivati grazie al mercato invernale) e ora sono a sole due lunghezze dei giallorossi. Che hanno collezionato appena 5 punti nelle ultime 7 gare con 4 gol fatti e 9 subiti e un’andatura da retrocessione diretta”.
“La partita di Latina – conclude Il Mattino – è stata in linea con le ultime indecorose apparizioni, anche se almeno si è visto qualche tiro nello specchio della porta, pur se sotto forma di passaggi al portiere. La squadra è stata capace di attirarsi addosso tutta la negatività possibili, e in più le problematiche e i deficit strutturali emersi con Auteri si ripropongono adesso con Pazienza, in maniera ancora più marcata. L’allenatore non ha trovato la chiave giusta mentre il tempo continua a trascorrere inesorabile. La società va avanti con la linea dura e ieri mattina ha scelto di trasferire la squadra a Roma, al “Park Hotel Mancini”, sede del romitaggio estivo, dopo averla fatta tornare a Benevento nella tarda serata di sabato”.
“Alcuni calciatori – rivela il giornale – sarebbero parecchio contrariati della terza settimana di fila in clausura e avrebbero pure provato a far recedere la dirigenza dall’intento, ma non ci sarebbe stato verso”.