Calcio
Brescia, oggi l’udienza al Tfn. I legali potrebbero aver trovato la chiave per dimostrare la buonafede. Cellino: ‘Mi hanno ammazzato’

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I legali del Brescia hanno perfezionato la strategia difensiva per l’udienza di oggi presso il Tfn, il Tribunale federale nazionale. Il club di Cellino rischia il -4 da scontare subito per non aver rispettato la scadenza di febbraio per il pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps, più un altro -4 da scontare la prossima stagione per la scadenza di aprile. La stessa sanzione è prevista per il Trapani, che però non inciderà sulla classifica: i capi d’imputazione sono gli stessi. A giudizio anche Foggia, Messina e Triestina per la scadenza di aprile. Particolari i casi di Brescia e Trapani, che hanno acquistato crediti d’imposta rivelatisi inesistenti dopo la verifica dell’Agenzia delle Entrate e risultano inadempienti di fronte alle norme sportive.
La linea del Tfn (sentenza in serata) e della Corte d’Appello (che si esprimerà entro il 12 giugno) è invece chiara e riscriverà la classifica della B mandando il Brescia in C, con Salernitana e Sampdoria a giocarsi il playout il 15 e il 20, e con il Frosinone salvo. Queste 4 squadre, come le finaliste dei playoff di C (ritorno il 7), hanno una deroga per il termine delle iscrizioni fissato per tutti i club nel 6 giugno.
All’ultimo secondo però gli avvocati del Brescia potrebbero aver trovato la chiave per evitare la retrocessione a tavolino in serie C. Il Giornale di Bresci” ha infatti raccontato che il club di Massimo Cellino ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate che può servire ad alleggerire la posizione della società nel processo che si aprirà domani davanti al Tribunale Federale Nazionale della Figc.
Per comprendere la strategia dei legali del Brescia bisogna però fare un passo indietro, a quando proprio l’Agenzia delle Entrate ha scoperto che il club lombardo aveva pagato 2 milioni di euro di contributi Irpef e Inps utilizzando un credito d’imposta ottenuto da una società esterna, poi rivelatosi inesistente.
Una violazione per la quale la società rischia una grave sanzione da parte del Tfn, nell’udienza di domani: in quanto inadempiente di fronte alla giustizia sportiva, il Brescia corre il rischio di subire una penalizzazione di 4 punti in classifica che le costerebbe la retrocessione diretta in serie C (con Salernitana e Sampdoria ai playout) e un altro -4 da scontare nella prossima stagione.
Ieri, però, i legali del Brescia hanno ottenuto una vittoria che potrebbe risultare vitale per il club di Cellino. Gli avvocati sono infatti riusciti a dimostrare la buona fede della società e l’assenza di dolo, riuscendo a ottenere un accordo con l’Agenzia delle Entrate che prevede il pagamento rateizzato dei contributi e di una sanzione economica inferiore rispetto a quella prevista in un primo momento.
Domani, nell’udienza davanti al Tribunale Federale Nazionale, il Brescia potrà esibire l’accordo e quindi dimostrare di avere tutta la volontà di rimediare ad un errore compiuto appunto in buona fede, regolarizzando le pendenze col Fisco ed evitando le penalizzazioni in classifica.
Il presidente del Brescia Cellino è svuotato, deluso, ferito. “Sto male. Mi hanno ammazzato, morirò infangato, vituperato, stuprato. E perché? Perché – rivela in un’intervista alla Gazzetta dello Sport – sono stato truffato. Hanno truffato me, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Hanno truffato tutti, siamo tutti vittime e mi dispiace in un modo devastante. Avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere”.
E ancora: “Temo che la sentenza sia già scritta. Se la Figc fissa la data del playout prima che si possa esprimere un vero tribunale, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali, vuol dire che le cose sono già chiare. Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Abbiamo tutto per provarlo, compresa la comunicazione con la Covisoc che approva l’operazione dopo averci chiesto una serie di documenti come la quietanza dell’Agenzia delle Entrate, e se l’udienza fosse davanti al Tar avrei dormito tutte le notti. Ma sono spaventato da quest’atteggiamento del presidente federale. Questa è ingiustizia sportiva, è una truffa. Il Brescia è vittima e sta subendo un processo ingiusto. È un calcio sporco che con questa vicenda ha perso la poca credibilità che aveva”.
L’ex numero uno del Cagliari è affranto e non si dà una spiegazione. “Brescia è una città distrutta. Eravamo riusciti a salvarci dopo un anno devastante, soffrendo tantissimo. Pensate a chi ha festeggiato e poi scopre questo. Si dice che è stato fatto per dare una possibilità di salvezza alla Samp, che temo sia comunque già fallita. Io non ho prove, ma mi viene da crederci perché non vedo altre motivazioni”.
Si parla anche di un torno a 22 squadre nel caso il Tar desse ragione al Brescia. “No, è giusto che il campionato sia a 20. Con il Brescia. E se mi dicessero oggi ‘non facciamo il processo e portiamo la B a 22’ direi di no, perché non sarebbe giusto, non faccio i comodi miei sui principi in cui credo. A quasi 70 anni vorrei fare un passo indietro, questo mondo che è cambiato, non mi piace più. Avevo persone (Andrea Radrizzani, l’ex socio del Leeds, ndr) interessate all’acquisizione del Brescia, praticamente avevo già venduto. A quattro soldi ma avevo venduto, perché il mio tempo a Brescia era concluso. Questa roba qui ci ha anche bloccato la cessione. Io non ce la faccio più, davvero”.