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Calcio

Peppe Mascara, ex giocatore, allenatore e diesse del Siracusa: “Strega favorita, ma occhio agli azzurri che giocano bene”

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Non ha mai indossato la maglia giallorossa, ma a Benevento, pur vivendo a Catania, Giuseppe Mascara è di casa: ha sposato una beneventana e spesso torna in città in visita ai parenti. Da calciatore, oltre ad aver indossato le maglie di Napoli, giocando in Champions League, Genoa, Palermo, Perugia, Catania, Salernitana e Avellino (sfidando due volte il Benevento nel 2000/01 in Serie C), è stato, nel 2015, anche a Siracusa, in Serie D. Mascara ha avuto pure un’esperienza negli Emirati, con l’Al Nasr. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, l’ex attaccante ha iniziato la carriera da allenatore, guidando anche gli aretusei, dal settembre 2021 all’ottobre 2022, in Eccellenza siciliana. L’ultima esperienza in panchina è stata a Novara, da aprile a giugno scorsi, subentrando, dalla Primavera, a Giacomo Gattuso. “Sto aspettando l’opportunità giusta, non voglio fare scelte affrettate e pagarne le conseguenze”, dice in merito alla prossima tappa della sua carriera in panchina. Nel frattempo ha rilasciato una interessante intervista al quotidiano Il Mattino.

Siracusa con 0 punti, Benevento che deve riscattare il ko di Casarano. Che partita si aspetta?

“I giallorossi hanno certamente un blasone importante e ambizioni di alta classifica. Ho visto le prime tre partite del Siracusa: è una squadra che gioca bene ma che incassa troppi gol. La società ha avuto qualche difficoltà sul mercato, completando la rosa solo qualche settimana fa. Il Benevento è certamente favorito, ma dovrà fare attenzione perché il Siracusa vorrà cambiare marcia”.

La battuta di arresto in Puglia è arrivata troppo presto?


“Ho guardato la partita di Casarano e posso dire che non fa molto testo. Il Benevento meritava assolutamente di vincere, ha mostrato ottime trame per almeno 70’ ed è stato condannato da un episodio. Non sarà facile per nessuna squadra fare risultato a Casarano”.

Rivoluzione estiva per il Benevento che ha aggiunto tanta esperienza. La società ha costruito una squadra per vincere?

“Certamente. In estate la società ha fatto una scelta: dopo aver valorizzato i ragazzi del settore giovanile, li ha venduti bene. Ora ci sono tanti elementi esperti, con qualche giovane e poi c’è un allenatore vincente e che conosce la categoria. Con un presidente come Vigorito, che spende tanto ed ha passione, i calciatori sanno che l’obiettivo è solo vincere”.

Tre vittorie in tre giornate. Il Catania è la vera favorita alla promozione?

“Il Catania ha, secondo me, qualcosa in più delle altre. La società ha costruito una squadra di categoria, con almeno 18 elementi che la conoscono e tanti ricambi. Il Benevento se la giocherà con gli etnei e anche con la Salernitana; il Crotone è un’altra squadra da considerare. La sorpresa può essere la Casertana che ha costruito una squadra di valore, da non sottovalutare”.  

Forte-Caturano-Cicerelli-Rolfini, Ferraris-Achik-Liguori-Ferrari-Inglese, Lamesta-Della Morte-Manconi-Salvemini-Tumminello-Mignani. Tra Catania, Salernitana e Benevento, chi ha il reparto offensivo più forte?

“È difficile scegliere, perché parliamo di calciatori fortissimi, alcuni di loro giovani e con entusiasmo e altri abbastanza esperti. Dovranno essere bravi anche gli allenatori a trovare il modulo giusto per far rendere questi calciatori. Della Morte è un calciatore forte, sa dribblare, calciare in porta e creare superiorità. Se avrà fiducia, potrà essere determinante”.

Il girone C è il più difficile dei tre? Come si arriva fino in fondo?

“Nel girone C c’è sicuramente un calore delle tifoserie differente. Puoi andare su certi campi e trovare 10 o 15mila spettatori. Per un calciatore è difficile, ma allo stesso tempo anche molto stimolante. L’altra caratteristiche è che è un girone dove c’è tanto agonismo e cattiveria in campo. Il girone A è, dei tre, certamente il più tecnico. Il campionato è lungo, per vincere servirà gruppo e tante alternative”.

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