Calcio
Sono ormai due settimane che i ‘dissidenti’ sono stati reintegrati in base alla sentenza del Collegio Arbitrale. Altre due cause in corso
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Il Benevento costretto a reintegrare Acampora, Viviani, e Pinato in seguito alla decisione del Collegio Arbitrale che ha riconosciuto agli stessi anche un indennizzo pari al 20% dell’importo totale dello stipendio. Già da diversi giorni (all’incirca una quindicina) i tre (ma c’è anche Agazzi, che però non è rientrato in questa fattispecie) praticamente lavorano con la squadra facendo parte atletica e esercitazioni in gruppo anche se non prendono parte alla partitella finale.
La vicenda si trascina ormai da inizio estate con la società giallorossa che aveva deciso ha impugnare tutti i lodi al tribunale considerato che la procura di Firenze aveva dato esito di responsabilità al 50% riguardo le ferie dei calciatori (dando motivazione di errore di forma) che la dirigenza aveva scelto di orientare lei stessa e poi comunicarle. Ricordiamo che c’è un’altra causa ancora in corso con Oukhadda per i video registrati davanti all’Antistadio ogni qualvolta i cosiddetti “dissidenti” si presentavano davanti al cancello per chiedere di allenarsi nel periodo in cui erano stati mandati in ferie dalla società (sarebbe partita una denuncia a tal proposito proprio dal Benevento Calcio).
E ci sarebbe, a quanto pare, un altro giudizio pendente con Acampora, reo di aver ripreso alcuni allenamenti nel periodo in cui gli stessi non si allenavano con la squadra. Alla luce della decisione del Collegio (datata 12 novembre), ai quattro calciatori sono stati assegnati anche i numeri di maglia: il 96 ad Acampora, il 34 ad Agazzi, il 64 a Pinato e il 57 a Viviani.
Il Collegio, esaminando le prove documentali e ascoltando i testimoni (tra questi sono stati citati li calciatore Rillo, il team manager Melara, il club manager Cilento e l’allora allenatore Gaetano Auteri) , ha accolto il ricorso intimando al Benevento, che ha violato l’art.10 comma 2 del vigente accordo collettivo (“il calciatore ha diritto di partecipare agli allenamenti ed alla preparazione precampionato con la prima squadra”) di reintegrare i calciatori con effetto immediato. Secondo il Collegio la condotta della società “lede la dignità e compromette le capacità professionali dei calciatori”.





