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Calcio

Taranto, la settimana della verità: entro il 17 febbraio vanno saldati gli stipendi di novembre, dicembre e gennaio altrimenti sarà fallimento

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È la settimana della verità per il Taranto e il Girone C di Serie C. Sette giorni per decidere se dentro o fuori e, indirettamente, stravolgere il campionato a 12 giornate dalla fine della Regular Season. La situazione in casa ionica non è mai stata così delicata: la data di lunedì prossima è cerchiata in rosso da qualche tempo. I tifosi – ormai esausti e imbarazzati dalla situazione – sarebbero già pronti a dire addio alla Lega Pro. Ci sono però diversi nodi burocratici da superare e soprattutto, un regolamento che potrebbe – clamorosamente – salvare la società del patron Giove.

Insomma, una triste storia di calcio italiano. il Taranto è ultimo in classifica e già retrocesso da gennaio.
Il club però ha deciso di non ritirarsi dal campionato e sta presentando, weekend dopo weekend, una squadra fantasma: negli ultimi due turni sono arrivati due 6-0 di fila contro Sorrento e Casertana. Finora ha incassato 12 sconfitte di fila, subendo 42 reti e segnandone appena 4, ma soprattutto è rimasto senza giocatori, con i titolari che hanno messo in mora il club e fanno sciopero, mentre in campo rimangono i ragazzini delle giovanili, mandati allo sbaraglio. Lo scenario è quello di una proprietà assente, che da mesi non paga gli stipendi, mentre nuovi fantomatici acquirenti compaiono e scompaiono, aleggiando come avvoltoi attorno a una carcassa in decomposizione.

Ma andiamo con ordine. Da ormai mesi l’ipotesi radiazione del Taranto è diventata più che una possibilità. Negli scorsi mesi la società è comunque riuscita a scongiurare tale ipotesi pagando (in ritardo) solo una parte degli emolumenti dei due mesi precedenti. Un modo di fare – concesso dal regolamento – che ha portato il club pugliese a subire una penalizzazione totale di 19 punti. Praticamente una sentenza verso la retrocessione pressoché certa (gli ionici sono ultimi a -6). Chiara l’intenzione del club di salvare quantomeno il titolo sportivo nonostante il disimpegno ufficiale – con annesso scambio di note stampa al vetriolo con la famiglia Giove – della Apex Global Capital facente capo a Mark Campbell.

Una situazione paradossale che nelle scorse settimane ha portato a uno smantellamento generale del gruppo. Tutti i big sono andati via in cerca di un porto sicuro. Mentre l’Under 19 è stata ritirata dal campionato con il mero scopo di mandare in campo, con la prima squadra, i ragazzini. Una strategia che non ha fatto altro che incrinare ulteriormente i rapporti con i tifosi. E l’apice della tensione si è registrato nell’ultima gara di campionato contro il Sorrento (giocata a Potenza) dove una cinquantina di tifosi ionici hanno lanciato numerose bombe carta contro la squadra, cercando di impedirne il ritorno in campo per i secondi quarantacinque.

Tensione ed esasperazione che nella giornata del 17 febbraio potrebbero ricevere la mazzata finale. Lunedì prossimo è infatti prevista la scadenza per il pagamento degli stipendi relativi alle mensilità di novembre, dicembre e gennaio. Per evitare un’ulteriore penalizzazione bisognerà pagare (nonostante il blocco dei conti correnti). Ma soprattutto, bisognerà saldare il pregresso – ossia gli stipendi e i contributi relativi ai mesi di settembre e ottobre – per evitare la radiazione dal campionato. Due gli scenari possibili. Il primo: il Taranto paga interamente gli stipendi di settembre e ottobre e non viene escluso, ma subisce ulteriori punti di penalizzazione in caso di mancato pagamento delle spettanze di novembre, dicembre e gennaio. La seconda: il Taranto non riesce a saldare il pregresso e viene estromesso dal campionato.

I pugliesi l’anno scorso avevano raggiunto i playoff e adesso rischiano di scomparire con ignominia dal professionismo: problemi economici e finanziari che sono iniziati sin da agosto, dopo i disguidi legati allo stadio Erasmo Iacovone nella scorsa stagione. Già in ritiro il patron Massimo Giove annuncia il disimpegno, col pretesto dei Giochi del Mediterraneo che avrebbe reso indisponibile l’impianto per quasi due stagioni: il resto è un pianto greco, con due penalizzazioni di fila e alcuni imprenditori presentatisi come salvatori della patria che poi sono spariti. Giove nel frattempo si tiene il club, nei confronti del quale la sua famiglia detiene un importante credito: ora il piano, si fa per dire, è puntare una retrocessione pilotata sul campo, per ripartire dalla Serie D, con una situazione debitoria di 4 milioni di euro che vanificherebbe comunque tutto.

Intanto è arrivata la pesante contestazione dei tifosi, che hanno ritardato l’inizio dell’ultimo match casalingo: gli stessi preferirebbero fallire, liberarsi dell’attuale proprietà e ripartire dall’Eccellenza, anche perché l’alternativa è scivolare addirittura in Promozione, se il fallimento arriverà a giugno a retrocessione in D già sancita. Il giorno clou sarà il 17 febbraio, prossimo termine di pagamento degli stipendi: secondo le norme FIGC, alla seconda scadenza non rispettata scatta l’esclusione dal campionato: senza 350mila euro per quella data, il Taranto verrà cancellato sin da subito.

Il campo ormai ha davvero poco da raccontare in questa disastrosa stagione dello “sprofondo rossoblu” ma al di fuori del terreno di gioco continuano a “volare gli stracci” tra la Apex Capital Global LLC rappresentata da Mark Campbell e la famiglia Giove. Ad accordo ormai saltato il gruppo Apex vorrebbe la restituzione del “famigerato” bonifico di quasi 400mila euro giunto tramite la famosa banca “J.P. Morgan Chase & Co” eseguito da uno dei due soci americani rappresentati dal frontman Mark Campbell, il gruppo anglo-americano avrebbe affidato il caso ad un famoso studio legale bresciano. Dall’altra parte il Club rossoblu, da quanto emerso dal comunicato stampa della scorsa settimana, negherebbe di avere incassato tali somme “bloccate” dall’Istituto di credito ricevente per ragioni di “antiriciclaggio” e vorrebbe a sua volta un indennizzo per i danni arrecati in questi mesi al Club rossoblu tra mancato pagamento degli stipendi e penalizzazioni in classifica. Aspettando la prossima mossa e riflettendo sulla trattativa che sarebbe saltata al “rush finale” sull’ultima offerta per il conto corrente del Taranto bloccato per un pignoramento di circa 10mila euro, ora si sa che il presunto “fautore” del blocco è l’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in diritto sportivo. La trattativa si sarebbe arenata proprio sul blocco del conto corrente con i due soci americani che avrebbero richiesto attraverso Campbell lo sblocco del conto corrente del Taranto, una sorta di “questione di principio” pare alla base della serie: “paga tu il debito per lo sblocco del conto e noi salderemo” detto in estrema sintesi. Tutto ciò non sarebbe avvenuto, anzi tra PEC di richiesta e risposta, il presidente Massimo Giove avrebbe “informalmente” chiesto un “ristoro” più alto rispetto all’ultima offerta Apex che non prevedeva il pagamento del credito vantato dalla famiglia Giove (oltre un milione di euro) nei confronti del Taranto stesso. Una trattativa estenuante iniziata la scorsa estate con incontri e contatti continui; a proposito dei quali risulta che ad uno di questi incontri nello scorso mese di agosto in un noto Hotel di Bari avrebbe partecipato anche Marcel Vulpis. Ancora sconosciuti i nomi dei due soci americani, uno molto amico di Mark Campbell. Quanto alla copia del famoso bonifico di J.P. Morgan, questo servirebbe davvero a fare chiarezza e a dare ulteriori risposte su Apex.

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