Calcio
Messina, 330mila euro entro il 16 aprile o si rischia una nuova penalizzazione

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“Non passa giorno che la vicenda Acr Messina non diventi più tragica o più comica, a seconda della prospettiva dalla quale la si guardi. Non fosse bastata la sceneggiata di fine febbraio, con l’attuale proprietà (la Aad invest) che alla prima scadenza si è resa irreperibile, e la vecchia, la famiglia Sciotto, che di riprendere in mano la società non ne ha la benché minima intenzione, dopo averla mollata ai lussemburghesi, tra ieri e oggi c’è stato il colpo di grazia dell’abbandono dei propositi di acquisto della società da parte di uno dei due compratori accreditati (“Huddle” di Francesco Borgosano, l’altro è la “Ops Holding” ), dopo un imbarazzante pomeriggio in cui il sindaco di Messina Federico Basile ha ricevuto una procura a vendere via whatsapp dall’attuale presidente Stefano Alaimo (espresso dall’azionista di maggioranza Aad Invest) senza alcun valore legale, perchè non inviata tramite mail legale con firma digitale”. Lo riporta LettraEemme.
“’Alle ore 15:00, ricevo sul mio numero telefonico tramite WhatsApp – si legge – un PDF di questa fantomatica procura alla vendita redatta in lingua francese. Ho immediatamente verificato presso lo studio notarile messinese la condizione della procura ed effettivamente è arrivata una procura che però non essendo firmata digitalmente e non essendo prodotta in originale, non può essere utilizzata per la cessione delle quote’, ha raccontato Basile, al quale a stretto giro di posta ha fatto eco Borgosano. ‘Le difficoltà riscontrate nella collaborazione con l’attuale proprietà hanno comportato un rallentamento del processo di due diligence, che, pur essendo stato condotto solo parzialmente, ha evidenziato una situazione debitoria e legale non in linea con i nostri standard. Alla luce di queste criticità, e in mancanza delle condizioni necessarie per procedere, mi vedo costretto a comunicare, con rammarico, l’impossibilità di portare a termine l’acquisizione dell’ACR Messina’. Tanti saluti anche dal Ceo della società statunitense attiva nel settore del gaming: conferma che la società è sommersa dai debiti e con un valore prossimo allo zero, un “assett” dal valore praticamente nullo, senza settore giovanile, stadio e centro sportivo, cioè le fondamenta a partire dalle quali si costruisce la solidità (anche finanziaria) di una società”.
“Un disastro senza precedenti – conclude il portale – e apparentemente senza nemmeno fine, visto che dalla famiglia Sciotto, teoricamente ancora in possesso del 20% delle quote societarie, non arriva incredibilmente un fiato nonostante Aad non abbia ancora pagato a Sciotto un solo euro dei 2,5 milioni di euro per l’acquisto della società (e quindi si potrebbe far valere la clausola di rescissione del contratto di vendita): eppure Matteo Sciotto, deputato regionale, milita nello stesso partito che esprime l’amministrazione comunale pro-tempore a Messina”.
Nel frattempo si avvicina la scadenza del versamento dei contributi previdenziali entro il 16 aprile. il tutto con una società inadempiente (ha solo pagato gli stipendi del precedente trimestre novembre-gennaio con incassi e benefit da parte della Federazione, ma non i contributi Inps e Irpef, prendendo quattro punti di penalizzazione), che l’azionista di maggioranza non vuole vendere per motivi non chiari, dato che non ha rispettato una sola delle scadenze, e l’azionista di minoranza che, malgrado non abbia ricevuto un euro dalla vendita delle quote, non sta procedendo per riprendersela. Di imprenditori locali all’orizzonte non se ne vedono, come ha spiegato Basile: nemmeno qualcuno disposto a rifondare la società in caso, praticamente certo, di fallimento di questa, e quindi con la prospettiva di ricominciare da zero dall’Eccellenza. Entro il 16 aprile vanno pagati stipendi e contributi di febbraio e marzo, altrimenti si rischia una penalizzazione più corposa (c’è anche la recidiva) che comunque probabilmente si sconterà nel prossimo campionato, qualunque sia e con qualsiasi società.
Il futuro del Messina resta appeso a un filo in vista del 16 aprile, termine entro il quale la società dovrà saldare stipendi, contributi e sistemare alcuni pagamenti fiscali arretrati. In caso contrario, rischia una nuova penalizzazione in classifica, dopo il già pesante -4 subito per inadempienze precedenti. Secondo quanto raccontato da messinasportiva.it, mancherebbero all’appello circa 330mila euro, cifra che al momento non risulta coperta.
A rendere la situazione ancora più complicata e pesante, è la mancanza concretezza da parte dell’attuale proprietà, l’Aad Invest Group, che finora non ha rispettato gran parte delle promesse fatte. Anche i potenziali acquirenti sembrano essersi defilati: a causa sopratutto dei dubbi sulla solidità finanziaria e dei tempi fin troppo ristretti. Un cambio di gestione entro il 16 aprile adesso appare sempre meno probabile.
Nel frattempo, si fa strada l’ipotesi di una soluzione “ponte”, vale a dire, l’aiuto di imprenditori locali per evitare ulteriori penalizzazioni. Anche il Comune e i gruppi organizzati di tifosi stanno cercando di mobilitarsi per salvare il club, mentre il tempo a disposizione diminuisce e le incertezze aumentano.
La questione societaria dell’Acr Messina tiene quindi ancora banco, nonostante sembrava arrivata ad un punto di svolta solo 3 giorni fa. Quanto emerso dall’incontro tra il Sindaco Federico Basile ed il diesse del Messina, Domenico Roma, mentre in piazza i tifosi facevano sentire la propria voce, aveva riacceso la luce della speranza, ma poi questa è di nuovo tornata a spegnersi. “Si è discusso del mandato a vendere – aveva affermato il dirigente biancoscudato -, appena lo avremo potremmo parlare di altri discorsi”. Sembravano essere due le cordate interessate a rilevare il club, in attesa di chiarezza da parte di Aad Invest Group e del presidente Alaimo.
Paradossalmente è una situazione che dal lato sportivo, ha rinsaldato l’ambiente e ricreato un rapporto con la tifoseria. “Ormai questa è una comunità. La cosa più bella è l’unione che siamo riusciti ad ottenere, tutti coloro che ruotano attorno siamo uniti per il raggiungimento dell’obiettivo primordiale della salvezza”.
La piazza chiede anche una discesa in campo e rassicurazioni da parte dell’amministrazione, c’è lo spettro di una ulteriore penalizzazione perchè, entro il 16 aprile, vanno versate le somme dell’ultimo bimestre di stipendi e contributi ma anche quelle relative ad Irpef e Inps del precedente trimestre. “In campo dobbiamo rappresentare al meglio questa città e questa maglia – si esprime a riguardo l’allenatore Simone Banchieri -. Chiediamo alle istituzioni di dare al Messina la possibilità di andare avanti. C’è da superare un blocco e da onorare una scadenza il 16 aprile”.