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Tra 10 giorni verrà discusso al Collegio di Garanzia del Coni il ricorso del Trapani contro la penalizzazione di 8 punti

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La vicenda legata agli otto punti di penalizzazione inflitti al Trapani per l’acquisto di crediti d’imposta risultati inesistenti entrerà presto in una fase decisiva. Il Presidente della Prima Sezione del Collegio di Garanzia dello Sport, prof. avv. Vito Branca, ha infatti fissato per il 26 settembre 2025, a partire dalle ore 14.00, la prossima sessione di udienze in cui sarà discusso il ricorso presentato dalla società granata.
Il Trapani, il presidente Valerio Antonini e il dirigente Vito Giacalone chiedono l’annullamento della decisione della Corte Federale d’Appello, che il 30 giugno aveva respinto il reclamo contro la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale. Quest’ultima aveva inflitto al Trapani la penalizzazione di otto punti da scontarsi nella stagione sportiva 2025/26, oltre all’inibizione per sei mesi per Antonini e Giacalone.
Questo il testo diffuso dal Collegio di Garanzia del Coni per la fissazione dell’udienza:
“Il Presidente della Prima Sezione del Collegio di Garanzia, prof. avv. Vito Branca, ha fissato la prossima sessione di udienze della Sezione da lui presieduta, che si terrà in data 26 settembre aprile 2025, a partire dalle ore 14.00, per discutere ed esaminare il ricorso iscritto al R.G. n. 57/2025, presentato congiuntamente, in data 29 luglio 2025, dalla società F.C. Trapani 1905 S.r.l. e dai sigg. Valerio Antonini e Vito Giacalone contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), la Procura Federale FIGC, nonché la Procura Generale dello Sport presso il CONI e, ove occorra, la Corte Federale di Appello FIGC e il Tribunale Federale Nazionale FIGC, per l’annullamento della decisione della Corte Federale d’Appello FIGC n. 0120/CFA-2024-2025, Registro Procedimenti n. 0124/CFA/2024-2025, pubblicata e comunicata in data 30 giugno 2025, con cui è stato respinto il reclamo dei suddetti ricorrenti avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale FIGC n. 0215/TFNSD/2024-2025, Registro Procedimenti n. 0209/TFNSD/2024-2025, del 29 maggio/4 giugno 2025, in virtù della quale è stata inflitta, a carico della Società Trapani F.C. 1905 S.r.l., la sanzione della penalizzazione di punti 8 in classifica, da scontarsi nel corso della prossima stagione sportiva utile a decorrere da quella 2025/2026, e, a carico dei sigg. Valerio Antonini e Vito Giacalone, la sanzione dell’inibizione di mesi 6 ciascuno; nonché di ogni altro atto, presupposto o conseguente, ad essa comunque connesso, ivi compresa, la richiamata decisione di primo grado del Tribunale Federale Nazionale della FIGC”.
Come si ricorderà, le motivazioni del Tribunale Federale Nazionale della FIGC erano state depositate il 4 giugno 2025. Otto punti di penalizzazione al Trapani Calcio, sei mesi di inibizione, sei mesi di inibizione per Valerio Antonini e Vito Giacalone. Una sentenza severa, arrivata al termine di un procedimento che – si legge nelle carte – «risulta pacificamente provato a livello documentale». Il club granata ha usato crediti d’imposta “acquistati” da terze società per compensare debiti Irpef e Inps. Il problema? Quei crediti, secondo l’Agenzia delle Entrate, erano «inesistenti e frutto di operazioni fraudolente». Un danno per il Fisco, ma anche per il sistema sportivo, che pretende regolarità assoluta nei conti delle società iscritte ai campionati.
La FIGC aveva ricostruito la vicenda nei dettagli: il Trapani ha utilizzato in due tranche – a febbraio e aprile 2025 – crediti d’imposta per circa 600 mila euro, attraverso compensazione orizzontale, per pagare i contributi previdenziali e fiscali. Ma i crediti, acquistati dalla società veicolo Gruppo Alfieri SPV, non avevano fondamento. Le imprese che li “vantavano” – Studio Paghe 2000 e N.G. Costruzioni – non presentavano dichiarazioni fiscali attendibili, alcune erano inoperose o formalmente inattive.
L’Agenzia delle Entrate ha definito l’operazione una frode e ha annunciato il recupero delle somme non versate. Di conseguenza, per la giustizia sportiva, i versamenti risultano omessi.
Secondo i giudici, la responsabilità è chiara: la società «non ha verificato nulla», ha acquistato crediti con modalità irregolari e si è affidata a soggetti «privi dei requisiti minimi di affidabilità». Il Gruppo Alfieri, ad esempio, era una società neocostituita, senza bilanci, né dipendenti, con un giovane amministratore unico. Antonini e Giacalone sono stati sanzionati non solo per le condotte commissive, ma soprattutto per le omissioni: «Non hanno vigilato, non hanno controllato, e hanno tratto vantaggio dall’operazione risparmiando il 25% del valore nominale dei debiti».
Anche il tentativo di scaricare la responsabilità sui consulenti esterni non regge. La società – afferma il Tribunale – ha concorso attivamente all’operazione, e «anche se truffata, resta responsabile, perché ha il dovere di diligenza e controllo».
Una sanzione pesantissima: otto punti di penalizzazione, da scontare nel campionato 2025/2026, quello che è appena iniziato. Quattro punti per ogni scadenza violata. L’obiettivo è uno solo: tutelare l’equilibrio competitivo e impedire che operazioni opache garantiscano vantaggi sportivi indebiti.
La partita, però, potrebbe non essere finita. La società ha proposto ricorso, e parallelamente si è mossa anche sul piano penale, denunciando consulenti e intermediari.