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Calcio

FC Crotone, il Tribunale dispone amministrazione giudiziaria per un anno: per la DDA club condizionato dalle cosche. Notificati anche 17 daspo

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Il Tribunale di Catanzaro ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della Fc Crotone srl, applicando l’articolo 34 del Codice antimafia. La misura arriva su proposta congiunta del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del procuratore distrettuale di Catanzaro e del questore di Crotone.

La decisione, firmata dai giudici della Seconda Sezione penale – Misure di prevenzione, poggia sulle risultanze investigative acquisite negli anni da Polizia di Stato e Carabinieri del Ros, in particolare nel quadro delle indagini della Dda di Catanzaro note come “Glicine-Acheronte”. Dalle carte emergerebbero elementi sufficienti per ritenere che, nell’ultimo decennio, l’attività del club rossoblù sia stata sottoposta, direttamente o indirettamente, a condizionamenti e pressioni delle cosche di ‘ndrangheta radicate sul territorio crotonese.

Secondo gli inquirenti, la criminalità organizzata avrebbe esercitato un controllo soffocante anche sulla società calcistica, realtà imprenditoriale considerata appetibile sia per i flussi economici generati dal mondo del calcio, non sempre facilmente tracciabili, sia per la visibilità sociale connessa. Un’influenza che, stando alle indagini, si sarebbe manifestata in maniera evidente soprattutto nei settori della security e della gestione degli ingressi allo stadio.

Il quadro ricostruito dagli investigatori – anche grazie alle dichiarazioni convergenti di alcuni collaboratori di giustizia – descrive una condizione di assoggettamento che avrebbe finito, di fatto, per agevolare attività illecite riconducibili a soggetti indiziati di appartenenza alla ‘ndrangheta locale.

La misura disposta dal Tribunale non punta però a penalizzare la società, bensì a sostenerla nel percorso di recupero e legalità, rimuovendo le situazioni di fatto e di diritto che hanno reso necessario l’intervento giudiziario.

Il provvedimento è stato notificato al legale rappresentante della Fc Crotone da personale del Servizio centrale anticrimine della Direzione centrale anticrimine e della Divisione polizia anticrimine della Questura di Crotone.

Parallelamente, il questore di Crotone ha avviato la notifica di 17 provvedimenti di daspo “fuori contesto”, emessi nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti socialmente pericolosi, sulla base delle attività investigative della Squadra mobile e della Digos. Si tratta di divieti di accesso agli impianti sportivi previsti dalla legge 401/1989, applicabili non solo a chi si sia reso protagonista di reati in ambito sportivo, ma anche a chi, pur in altri contesti, abbia manifestato condotte tali da giustificarne l’allontanamento dal mondo delle manifestazioni sportive.

«Esamineremo con cura il provvedimento provvisorio del Tribunale di Catanzaro e ci prepareremo per l’udienza prevista per la sua discussione in programma il 13 ottobre». Lo scrive l’avvocato Francesco Verri in rappresentanza del Crotone calcio, a seguito del provvedimento di amministrazione giudiziaria emesso dal Tribunale della città capoluogo di Regione.

Il legale della società aggiunge: «Registriamo che non si tratta affatto di un provvedimento punitivo: la misura è stata adottata perché l’autorità Giudiziaria ritiene che la Fc Crotone abbia subito il potere di intimidazione della ‘ndrangheta e non ipotizza, neanche lontanamente, complicità o connivenze della società, dei suoi soci o dei suoi dirigenti e collaboratori».

Infine l’avvocato Verri assicura: «Fc Crotone collaborerà attivamente con gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale per proseguire le proprie attività nell’interesse della società, dei tifosi e in generale dello sport».

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