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Calcio

Strega, ecco chi è Antonio Floro Flores: dai 16 campionati di Serie A da calciatore alla finale scudetto Under 16 da allenatore

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“Da un decimo posto in classifica e una sconfitta sabato scorso in casa contro il Pescara, alla possibilità di giocarsi una grande chance in zona promozione. In settantadue ore il mondo di Antonio Floro Flores si è completamente capovolto, passando dalla Primavera alla prima squadra, raccogliendo l’eredità dell’esperto, più di lui, Gaetano Auteri. Domenica col Monopoli, ad appena quaranta due anni, si siederà, per la prima volta, su una panchina dei professionisti, il coronamento di un percorso, iniziato cinque anni fa”. Lo riferisce Il Mattino.

“La carriera di calciatore di Floro – prosegue l’articolo – è iniziata, col suo Napoli (dove ha avuto nel 2003/04 l’ex allenatore giallorosso Andrea Agostinelli), e finita, con la Casertana, sempre in Campania; in mezzo le tappe Sampdoria, Perugia, Arezzo (allenato da Sarri e Conte), Udinese, Genoa, Granada (Spagna), Sassuolo, Chievo e Bari (con i biancorossi segnò in uno spettacolare 3-4 al Vigorito del febbraio 2017 in B). Con l’esperienza a Caserta (nel 2018/19 ha avuto come compagno di squadra l’attuale terzo portiere giallorosso Danilo Russo), nel 2020, ha appeso gli scarpini al chiodo, iniziando la carriera da allenatore nelle giovanili dei falchetti proseguendo poi alla Paganese (Under 17), alla Frattese (Eccellenza) e all’Angri (Serie D); prima della tappa Benevento, dove è arrivato nel luglio di un anno fa, aveva allenato la formazione Under 17 del Giugliano”. 

“Non avevo più voglia di giocare a calcio ed ero proiettato su quello che mi piaceva fare. Non ero più in linea con gli ultimi allenatori che ho avuto, non li seguivo più. Quando parlavano non mi sentivo più un giocatore e quando scendevo in campo avevo perso quell’adrenalina che mi ha fatto innamorare di questo sport – ha svelato in una recente intervista – . Quando mi sono accorto di questo, ho raggiunto la consapevolezza che dovevo fare la scelta, avevo promesso a me stesso che quando sarebbe accaduto avrei dovuto lasciare subito. Da allenatore ho ritrovato tutto: passione, adrenalina e voglia di sudare. La cosa più bella che mi sta capitando è quella di stare con i ragazzi e vederli focalizzati sull’obiettivo di diventare professionisti”. Nella scorsa stagione, Floro ha guidato la compagine Under 17 che è stata quella che ha raggiunto il miglior risultato tra le formazioni della cantera del Benevento. I giallorossini avevano chiuso la regular season del torneo Allievi Nazionali al secondo posto, eliminando poi, nei playoff, il Trapani agli ottavi di finale, il Perugia ai quarti di finale e la Pro Vercelli in semifinale. La squadra sannita si è poi fermata in finale, perdendo 2-0 a Rieti contro la Ternana che si è aggiudicata lo Scudetto. Un traguardo che ha comunque testimoniato la bontà del lavoro di Floro Flores, bravo sia a centrare i risultati, ma soprattutto a valorizzare tanti ragazzi, per prepararli al salto in Primavera, dove poi è stato promosso anche lui, al posto di un altro ex Napoli, Gennaro Iezzo.

Fin dal suo arrivo nel Sannio, Floro Flores si è sentito subito a casa, con la voglia di giocarsi al meglio l’opportunità, come ha ricordato in un’intervista rilasciata proprio a Il Mattino, nel giugno scorso: “Quando ho saputo che la società mi voleva, ho accettato subito, senza pensarci e senza valutare altre proposte, perché Benevento non è una piazza da C – diceva -. Qui mi sento a casa e mi piacerebbe proseguire il mio percorso qui, perché la società è seria e investe sui giovani. Abbiamo tutti l’obbligo di ripagare la fiducia del presidente Vigorito. Chi viene qui deve avere senso di appartenenza e rispetto per i colori che indossa. I calciatori devono mettere da parte l’io e pensare prima alla squadra”. Credo offensivo e capacità di fare gruppo con i calciatori, su ciò si baserà il lavoro di Floro Flores. Facile immaginare che il Benevento possa passare dal 3-4-3 “auteriano”, al 4-3-3, modulo che l’ex attaccante ha utilizzato nelle compagini giovanili giallorosse, prediligendo la costruzione dal basso e il palleggio per portare tanti uomini sopra la linea della palla e invadere la metà campo offensivo con tanti elementi, sia in ampiezza che profondità, senza speculare sull’avversario, ma imponendo il proprio gioco.

Col cambio tattico si può già immaginare una nuova collocazione per tanti elementi nella rosa giallorossa, come Pierozzi e Ceresoli, che potrebbero essere impiegati da terzini nella difesa a 4, ma anche Mehic, Maita, Prisco e Simonetti che troverebbero spazio come mezzali nella mediana a 3. Non è da escludere pure che Floro possa portare con sé ragazzi che già si sono affacciati alla prima squadra, come Nonga, Battista, Del Gaudio e Panzarino e che si stanno mettendo particolarmente in mostra, come Giugliano e Soprano. Pur essendo agli inizi, chi conosce Floro Flores lo descrive come un allenatore molto esigente, ambizioso, determinato e molto dedito al lavoro. Quel lavoro che lo ha portato a giocarsi la prima importante chance della carriera”.

Foto di Mario Taddeo

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