Calcio
Floro Flores viaggia con la media punti di 2.25 a partita: il suo è il miglior rendimento tra gli allenatori subentrati in questa stagione di C
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Il discorso di fine partita domenica a Cava e l’abbraccio energico con il vice capitano Stefano Scognamillo danno il significato di come Antonio Floro Flores stia, silenziosamente, plasmando il Benevento a sua immagine e somiglianza, con coraggio, idee e un rapporto diretto e schietto con i calciatori. Gaetano Auteri, esonerato lo scorso 10 novembre gli ha lasciato una pesante eredità: la squadra era terza, con 26 punti a -2 dalla capolista Catania, e il tecnico siciliano viaggiava con una media di 2 punti a partita.
Media alzata, in quattro partite, a 2.25 da Floro, con tre vittorie (9 punti) contro Monopoli, Salernitana e Cavese; unico neo il passo falso di Cosenza. L’ex attaccante di Sassuolo e Bari è il miglior allenatore per rendimento tra i subentrati dei tre gironi della terza serie. Appena dietro di lui, con una media di 2 punti a partita, c’è Venturato, che a Livorno ha preso il posto dell’ex giallorosso Formisano, raccogliendo 8 punti in 4 gare. Media di 1,6 punti a partita per Di Donato, che ha sostituito Bianchini all’Arzignano Valchiampo, poi Bonatti (Dolomiti Bellunesi) con una media di 1,56, Troise (Lumezzane) a 1,53, Serpini (Sorrento) a 1,33, Tedesco (Perugia) a 1,29, 1 punto a partita per Barilari del Foggia e Tacchinardi della Pergolettese, 0,86 per Capuano del Giugliano che, dopo tre vittorie di fila nelle prime tre gare con Siracusa, Atalanta Under 23 e Benevento – in Coppa Italia – si presenterà domenica al Vigorito con 5 sconfitte consecutive sul groppone.
Peggio del tecnico gialloblu hanno fatto solo Tesser della Triestina con 0,71, Greco della Torres – subentrato all’ex giallorosso Pazienza – con 0,67 e Bertotto del Picerno con 0,50. La strada è certamente ancora lunga e tortuosa, ma Floro Flores sta convincendo, pian piano, i più scettici che avevano etichettato come azzardata la scelta della società di affidargli la panchina. Ora il primo obiettivo è chiudere l’anno a punteggio pieno, battendo Giugliano e Cerignola. Ma è lo stesso Floro Flores a sapere che c’è ancora tanto lavoro da fare, dopo che, per sua stessa ammissione, questo mese trascorso con la squadra gli è servito soprattutto per conoscere i giocatori.
Il trainer ha però anche iniziato a dare una sua impronta alla squadra, pur sapendo che sarà un lavoro lungo e meticoloso: “Non so quanto tempo mi servirà, ma siamo a buon punto – ha detto prima del match di Cava -. Finché non avremo l’80% di possesso palla non sarò mai contento”. Dopo le prime due gare in cui non ha voluto stravolgere l’assetto tattico (3-4-3), dal derby con la Salernitana Floro è passato al 4-2-3-1, soluzione alternativa al suo 4-3-3 prediletto che gli permette di vedere esprimersi la squadra come lui vorrebbe. Già a Cava ha però dimostrato il suo essere camaleontico, tornando, a gara in corso, al 3-4-3. “I moduli lasciano il tempo che trovano”, ha sempre dichiarato l’allenatore napoletano che propone un calcio moderno, di movimento, dove non ci sono ruoli fissi, bensì fluidi, e dove conta occupare bene gli spazi.
Floro si fida tanto del suo staff, lo conferma l’aver portato con sé, dalla Primavera, il vice Cerqua. Molto coinvolti anche i collaboratori De Falco e Monticciolo: quest’ultimo cura le palle inattive e non è un caso che, nelle ultime quattro gare, la strega abbia segnato tre reti su corner (Lamesta col Monopoli, Pierozzi con la Salernitana e Simonetti con la Cavese). Negli allenamenti il protagonista assoluto è sempre il pallone, con i lavori a secco praticamente eliminati, e vige la meritocrazia: chi va forte in settimana si guadagna la titolarità. “Da quando c’è il mister, mi sento un altro calciatore”, l’ammissione di Tumminello dopo la vittoria con la Salernitana. Spesso, durante la partita, Floro dialoga con i calciatori in campo. L’aneddoto svelato in conferenza pre Cavese delinea bene il rapporto creato col gruppo: “Il gol della Salernitana è stata una fortuna, perché ho potuto far capire ai miei attaccanti cosa volevo”.





