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Calcio

Il Benevento ha perso il primato, ma non le certezze: la Strega torna ad inseguire e con la Juve può subito riscattarsi

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“Non resta che mordersi le mani. Una ghiotta occasione gettata al vento per consolidare la vetta e allungare sulle inseguitrici, come pure un’altra sconfitta immeritata dopo quella di Catania. Il Benevento a Monopoli ha perso la testa della classifica ma non le proprie certezze: “Questa sconfitta non ci toglie nulla”. Auteri è stato categorico nel dopo-gara, anche dinanzi a chi gli faceva notare che le battute d’arresto sono già 2 su 6”. Lo riporta Il Mattino.

“Il principale nemico del Benevento al “Veneziani” è stato proprio il terreno di gioco. Una squadra abituata a giocare palla a terra – spiega il quotidiano -, a fidarsi del fraseggio e ad aumentare i giri mediante la circolazione di palla, viene condizionata non poco da una superficie del genere. Un terreno che definire gibboso è come usare un eufemismo, quasi al limite della praticabilità. A norma di regolamento su determinati manti erbosi non andrebbero fatte disputare gare professionistiche. I giallorossi dopo un primo tempo a senso unico, nel quale però non sono riusciti a creare grandissime occasioni, anche se hanno sfiorato il gol Oukhadda e Lamesta, e alcune situazioni offensive potevano essere gestite meglio. Quella in cui Perlingieri ha preferito calciare in precario equilibrio, centrale e senza potenza, piuttosto che servire Lamesta solo alla sua destra, è solo una delle tante”.

“Il Monopoli – precisa l’articolo – ha impiegato 38 minuti per lanciare il primo pallone nell’area avversaria e 45 minuti per ottenere il primo calcio d’angolo. L’innesto di Yeboah nell’intervallo per Bruschi ha po’ cambiato le carte in tavola, i padroni di casa hanno trovato maggiore profondità, protezione della sfera e sono riusciti a risalire il campo con più incisività. Il Benevento ha proseguito con lo stesso spartito nella convinzione (generale, per la verità), che prima o poi il gol sarebbe arrivato. I giallorossi dopo le quattro occasioni in 4 minuti ad inizio ripresa (clamorosa quella fallita da Talia sul perfetto cross di Oukhadda, peraltro inspiegabilmente esclusa dagli highlights di Sky), hanno un po’ tirato i remi in barca (Auteri sostiene per il timore di commettere errori per via delle buche e dei falsi rimbalzi) per non prendersi rischi, nonostante Auteri con l’ingresso di Starita per Simonetti avesse voluto impartire un chiaro segnale: “La dobbiamo vincere”. L’impulso che a Bari, arrivato anche con notevole anticipo, aveva funzionato a mo’ di scossa, stavolta non ha sortito l’effetto sperato”.

“Nessun corto circuito – rileva il giornale – solo incapacità, per una serie di fattori contingenti (in primis le scelte ridotte in panca e le assenze pesanti come Acampora, Borello, Pinato) di indirizzare l’episodio decisivo (unica alternativa a quel punto per sbloccarla sia da una parte che dall’altra) dalla parte giusta. Mai come giovedì sera il Benevento ha pagato gli infortuni, perché Viviani al momento va bene quando devi gestire un vantaggio, Starita è troppo lontano dall’area di rigore e, anche se volenteroso, è sempre più sterile, mentre Lanini sembra giochi più per sé che per gli altri. Dalle sostituzioni non è arrivato il cambio di marcia ma non è che ci fossero chissà quali altre scelte da fare (anche se l’uscita di Talia, non certo protagonista fino a quel momento, ha tolto un presidio là in mezzo), poi qualche errore individuale che si poteva evitare ha fatto il resto, soprattutto sulla concessione del corner in maniera un po’ troppo “leggera”. Per fortuna c’è modo di rimediare subito e lunedì arriva la Juve Next Gen al “Vigorito”. Disarcionato dalla prima posizione, il Benevento torna ad inseguire”.

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