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Calcio

Strega, passaggi di denaro tra indagati, compagni di squadra e dipendenti del club: come nasce l’inchiesta “Benevento bis”

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“Piove sul bagnato in casa Benevento. Non bastava la crisi nera in cui versa la squadra che non vince da 12 partite e in 3 mesi è precipitata dal primo al sesto posto, ora è tornato a riproporsi l’eco del calcioscommesse per via di un nuovo fascicolo aperto dalla Procura federale della Figc sulla base delle segnalazioni bancarie contenute nel decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura di Benevento nel novembre del 2023”. Lo riporta IL Mattino.

“In quel decreto, venivano menzionati – rivela il giornale – come meritevoli di osservazione movimenti bancari sospetti con passaggi di denaro (tra entrate e uscite) tra gli indagati Letizia, Coda, Pastina, Forte, Covino e Dell’Annunziata, e altri personaggi, nella maggior parte dei casi calciatori del Benevento ma anche di altre squadre, come pure dipendenti del club giallorosso. Tra i calciatori ex giallorossi che che risultavano attenzionati nel rapporto dare/avere con gli stessi indagati, figuravano, Brignola (poi a sua volta indagato), Vogliacco, Tello, Vokic, Koutsoupias, Francesco Perlingieri, Agnello, Elia, Di Serio, Farias, Buonaiuto, Sau e, per cifre irrisorie, anche Ciano, Tuia, Improta e Lucatelli (terzo portiere attualmente in organico). Tra i dipendenti della società invece figuravano l’attuale magazziniere Ernesto Addazio e l’ex social media manager Stefano Ferrara. Tra i calciatori delle altre squadre anche Domenico Berardi del Sassuolo (100 euro ricevute da Pasquale Pio Covino), Antonio De Rosa allora in forza al Gladiator, il portiere del Pescara Plizzari e altri”. 

“Nessuno di costoro, a parte Brignola, risultava iscritto nel registro degli indagati. Le posizioni della maggior parte di questi soggetti – specifica il quotidiano – sono state archiviate, ma poi da queste segnalazioni, sono scattati ulteriori approfondimenti investigativi, e, come evidenziato dal Corriere dello Sport, le maglie dell’inchiesta si sono allargate e la Procura federale della Figc ha indagato 10 calciatori, alcuni di A e B tra quelli già segnalati e effettuato riscontri su tutti i soggetti di cui sopra. Vogliacco, ora in forza al Parma in Serie A (prestito dal Genoa) è risultato intestatario di quattro conti gioco, uno di questi impiegato per scommettere sulle partite di calcio. Nel mirino sono finiti Pietro Martino del Cosenza, Giuseppe Di Serio dello Spezia, Marco Sau attualmente svincolato, e gli altri Benevento Emanuele Agnello e Dejan Vokic. Tra i dilettanti, sono emersi i nomi di Altobelli del Terracina, di Francesco Perlingeri (fratello di Mario) della Virtus Pompei e di Guido Davì del Nardò, tutti ex calciatori del Benevento in epoche differenti. Secondo il Corriere dello Sport, al centro dell’indagine ci sarebbe “la figura controversa di Ernesto Addazio, magazziniere del club giallorosso che risultava essere intestatario di 6 conti: due li avrebbe utilizzati per effettuare oltre 2000 scommesse (in dieci mesi) su match di tutti i campionati professionistici, oltre che sui tornei nazionali di altri paesi e sulle coppe europee. Vogliacco, quando indossava la maglia del Benevento, avrebbe scommesso solo sulla Primavera e sui tornei stranieri”. A tutti gli interessati è stata contestata la violazione dell’articolo 24, quello che vieta espressamente ai tesserati federali di scommettere sul calcio”. 

“Costoro – conclude Il Mattino – avrebbero utilizzato i circuiti legali autorizzati dallo Stato, in pratica sarebbe avvenuto tutto alla luce del sole. Le persone raggiunte dall’avviso di chiusura indagini avranno 15 giorni per presentare delle memorie difensive o chiedere di essere ascoltate dal procuratore federale Chiné. Potranno anche patteggiare prima di un eventuale deferimento, come previsto dall’articolo 126. Ricordiamo che nel primo filone dell’inchiesta federale erano stati condannati (sentenze del Tfn dimezzate dalla Corte d’Appello federale) solo Francesco Forte (5 mesi più 4 commutabili in sanzioni alternative) e Christian Pastina (12 mesi più altri 12 di sanzioni alternative) mentre Letizia e Brignola erano stati assolti per insufficienza di prove e la posizione di Coda successivamente stralciata”. 

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