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Calcio

A Taranto tutto tace, città ancora senza calcio: si fa largo l’ipotesi fallimento. Ripartire dall’eccellenza o cercare un titolo sportivo per la D?

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È terminata la stagione regolare in Serie C. E mentre chi è rientrato nei vari impegni extra-campionato si prepara alle sfide cruciali valevoli la promozione o la salvezza, il Taranto guarda dal divano e aspetta inesorabile il suo destino.

Tutta questa incertezza non giova al club ionico, che si vede minata l’eventualità di poter ripartire sin da subito con idee e progetti. Il più classico dei “fare i conti senza l’oste”. In città si lavora per ridare linfa vitale al calcio, ed allo sport in generale alla città dei due mari, con la ristrutturazione delle principali infrastrutture sportive, come lo stadio “Erasmo Iacovone”, o la costruzione di ulteriori impianti, che saranno destinate all’accoglimento dei “Giochi del Mediterraneo 2026”.

La realtà è che dopo l’esclusione ufficiale dalla Serie C, il Taranto FC si trova di fronte a un bivio: ricostruire dalle macerie o cedere definitivamente il passo alla storia. Una scelta delicata, che va presa con raziocinio. Nonostante l’estromissione dai professionisti, la matricola del club resta regolarmente affiliata alla FIGC. Questo dettaglio tecnico tiene aperta una porta: quella di una ripartenza dai campionati dilettantistici.

Tra gli scenari sul tavolo, prende corpo anche l’ipotesi fallimento. In quel caso, si potrebbe attivare l’articolo 52, comma 10, delle Norme Organizzative Interne della FIGC: il dispositivo che consente a una nuova società, riconosciuta e legittimata dall’Amministrazione comunale, di ereditare la tradizione sportiva e ripartire dalla categoria dilettantistica più alta disponibile, in questo caso l’Eccellenza.

La prima parola, per la rinascita, la avrà il Comune di Taranto, chiamato a indicare una nuova entità calcistica che possa rappresentare ufficialmente la città. Da tutto questo, dipenderanno le sorti del club ionico, e della città, appesa al ricordo sbiadito, di un Taranto calcio glorioso che manca da troppo.

Dopo l’esclusione del Taranto FC 1927 dalla Serie C, la città si interroga sul futuro del calcio rossoblù. L’unica strada percorribile per ripartire è quella prevista dall’articolo 52, comma 10 delle NOIF, che consente la nascita di un nuovo club in sovrannumero nel campionato di Eccellenza, due categorie sotto la Serie C. Ma questo qualora il Taranto FC rinunciasse all’iscrizione al prossimo campionato o se entro le date previste non si riuscisse a far fronte a tutte le pendenze federali come pagamento di stipendi, contributi, salva calcio, incentivi all’esodo.

A dover dare il via al processo sarà il sindaco di Taranto, che dovrà aprire un bando pubblico per raccogliere manifestazioni d’interesse da parte di imprenditori o gruppi intenzionati a rifondare la squadra. Tra le proposte presentate, sarà scelta quella più solida e affidabile, anche con l’eventuale supporto di una commissione nominata dall’amministrazione comunale.

Una volta individuato il nuovo soggetto sportivo, la documentazione dovrà essere trasmessa alla FIGC, accompagnata da un assegno circolare da 100mila euro a fondo perduto, necessario per l’iscrizione in sovrannumero. L’ultima parola spetterà al Presidente della FIGC e al Presidente della LND, che dovranno valutare la documentazione e ratificare l’iscrizione.

L’articolo 52 prevede un punto chiave: nessun rappresentante, socio o dirigente della vecchia società potrà essere coinvolto nella nuova realtà. Questo per evitare che le stesse persone responsabili del fallimento gestionale possano rientrare nel progetto.

Questa norma è stata concepita per evitare che città con grande tradizione calcistica, come Taranto e Turris, restino senza calcio dopo crisi societarie e gestioni fallimentari. Ora la palla passa all’amministrazione comunale e agli imprenditori che vorranno investire in un progetto serio e sostenibile per riportare il calcio tarantino ai livelli che merita.

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