Calcio
Ex giallorossi protagonisti nel valzer delle panchine in A: il Pisa libera Inzaghi che va a Palermo, Baroni ufficiale al Toro. Palladino a Parma?

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Il valzer delle panchine in Serie A e B sta coinvolgendo parecchi ex giallorossi. Da Inzaghi a Baroni fino a Raffaele Palladino. I primi due hanno trovato squadra, il secondo dopo aver lasciato spontaneamente la Fiorentina è ancora a spasso.
Parola ‘Fine’ alla telenovela Inzaghi: Pippo non è più – ufficialmente – l’allenatore del Pisa. Uno degli eroi della promozione in Serie A del Benevento (che ha replicato proprio con i toscani) nelle ultime ore ha chiuso il suo rapporto con la società nerazzurra grazie ai soldi sborsati dal Palermo, che ha deciso di fare un’autentica follia per assicurarsi l’allenatore piacentino.
Nelle casse del Pisa andranno circa 900mila euro: questa la cifra pattuita tra nerazzurri e rosanero per consentire a Inzaghi di scendere in Sicilia e prendere la guida del Palermo. Nell0accordo non figurano calciatori del Pisa: le parti infatti non hanno trovato la quadra per questa forma di indennizzo. Nell’affare il Pisa aveva provato a inserire il cartellino di Emanuel Vignato, il Palermo aveva chiesto informazioni per alcuni dei pezzi pregiati: il risultato per questa strada è stato un nulla di fatto.
Con questo accordo il Pisa chiude quindi definitivamente la stagione cadetta con un bilancio in pari se si guarda allo stipendio versato per Inzaghi: tanti soldi la società ha sborsato per i 10 mesi di contratto stipendiati a Superpippo, tanti ne ha incassati per il suo addio.
E adesso? Il cerchio per l’erede sulla panchina nerazzurra si sta stringendo con decisione attorno a Alberto Gilardino. Un altro degli ‘eroi del 2006’ quindi è in procinto di allenare il Pisa. L’ex centravanti, terminata l’esperienza alla guida del Genoa nella passata stagione, è il profilo che maggiormente ha convinto la dirigenza nerazzurra nelle fitte tornate di colloqui svolti nelle ultime due settimane.
Su di lui, dopo che il Pisa aveva affondato il colpo, si sono portate anche altre società di Serie A, ma il vantaggio e la precedenza accumulati dovrebbero essere una garanzia per il buon esito della trattativa. Dopo l’accordo per l’uscita di Inzaghi, quindi, a stretto giro potrebbe arrivare anche il nuovo allenatore.
Il Torino dal primo luglio 2025 ha invece deciso di affidare la guida tecnica della Prima Squadra a Marco Baroni, l’altro tecnico che ha condotto il Benevento in massima serie. L’allenatore ha firmato un contratto biennale.
Il sito del Torino ha ufficializzato il suo arrivo 6 giorni fa: “Marco Baroni è nato l’11 settembre 1963 a Firenze. Ex calciatore, di ruolo difensore, ha debuttato nel calcio professionistico con la Fiorentina, in Serie A, nella stagione 1981-1982, prima tappa di una lunga carriera, conclusa nel 2000, impreziosita da uno Scudetto e da una Supercoppa italiana con il Napoli. Come allenatore vanta 25 anni di professione, con un’esperienza maturata a partire dalla Rondinella (passando dal ruolo di calciatore a quello di tecnico) sino alla stagione appena conclusa con la Lazio. Tra i risultati ottenuti spiccano, tra gli altri, la vittoria dei playoff di Serie B con il Benevento nella stagione 2016/17, traguardo storico perché per la prima volta ha aperto le porte della serie A al Club sannita. E poi nella stagione 2021-22 la promozione in A con il Lecce, vincendo il campionato cadetto”.
“Il Presidente Urbano Cairo – ha conclude il portale ufficiale del club granata, accoglie Marco Baroni con il più cordiale: “Benvenuto al Torino! Buon lavoro e Sempre Forza Toro!”. Baroni prende il posto dell’esonerato Vanoli.
Raffaele Palladino il Benevento non lo ha mai allenato ma con la squadra giallorossa è cresciuto (nel vivaio) e ha giocato prima del passaggio alla Juventus. Ma anche lui può essere considerato un ex giallorosso.
A Firenze tiene ancora banco la sua scelta incredibile, soprattutto per i tempi in cui è arrivata. Nel momento in cui club e tecnico stavano iniziando a programmare la nuova stagione. Tutto in una notte, che indotto il tecnico ad abbandonare la Viola. Palladino è andato a Napoli da suo papà rimasto solo dopo la scomparsa della moglie. L’ormai ex allenatore della Fiorentina ha patito tanto la perdita della madre. E ha deciso di dire basta. Scartata la pista delle proteste dei tifosi nei suoi confronti, la scelta di Palladino è fortemente legata alle incomprensioni col direttore sportivo Pradè col quale il feeling, pur con dichiarazioni di facciata, non c’è stato. Dopo ogni sconfitta il direttore non ha mai perso occasione per attaccare il tecnico che dentro il Viola Park ha sempre avuto l’incondizionata stima di Rocco Commisso. Palladino ha deciso di lasciare la Fiorentina con due anni di contratto a più di un milione di euro l’anno. Un atto di coraggio perché al momento, pur forte del sostegno dell’agente Beppe Riso, l’allenatore napoletano non ha una squadra. È strana la tempistica, ma evidentemente le intense riflessioni e l’impossibilità di proseguire con un rapporto deteriorato con la sua figura di riferimento lo hanno indotto a prendere una decisione difficile, soprattutto per il legame con Commisso, ma coraggiosa.
L’Atalanta lo ha inserito nella lista dei papabili per la sostituzione di Gasperini, ma alla fine gli è stato preferito Juric. La Dea ha scelto la continuità: serve un allenatore che giochi come Gasp, che giochi a uomo e difenda a tre. Così sono usciti di scena diversi dei tecnici consultati. Su tutti Maurizio Sarri, che secondo diversi addetti ai lavori aveva colpito i Percassi. Ma fa un altro gioco, sarebbero serviti molti correttivi al gruppo. In lizza, a quel punto, sono rimasti Palladino, Juric e Tudor (che poi è rimasto alla Juve). Non credibile la presenza di Thiago Motta nella rosa finale: difende a quattro, gioca di triangoli e ama il possesso palla. Questa Atalanta è altro.
Alla fine ha prevalso Juric. Ma perché? Prima le similitudini con Palladino. Sono allievi di Gasp, ma non del tutto: entrambi prestano molta più attenzione alla fase difensiva; non amano la difesa altissima (cercano campo per andare in profondità) e amano giocare con due trequartisti dietro una punta (3-4-2-1). Poi le differenze. Palladino si adatta agli avversari, Juric preferisce restare al suo gioco; il primo è meticoloso nella cura dei particolari, il neo-atalantino punterà a migliorare sulle palle inattive; Palladino predilige giocatori tecnici (e rapidi) e se può ci mette l’invenzione, Juric ama la fisicità, i duelli individuali fatti di forza. In generale Palladino tende a valorizzare l’eleganza, il calcio raffinato nelle letture di testa e nelle giocate; Juric sceglie la condizione fisica come punto di partenza, il furore della «maglia sudata sempre».
E ora?Palladino rischia di rimanere senza panchina? Può essere. Ma ci sarebbe il Parma, che si è visto soffiare Chivu dall’Inter. I ducali sono al lavoro per definire il futuro della panchina in vista della prossima stagione di Serie A. Il presidente Kyle Krause e l’amministratore delegato Cherubini sono impegnati in un summit cruciale con gli altri dirigenti del club per individuare il profilo ideale a cui affidare la guida tecnica. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, i nomi in cima alla lista del Parma sono quelli di Raffaele Palladino e Paolo Vanoli.