Calcio
Taranto, Apex Capital Global LCC rompe il silenzio: “Pronti a rilevare il club anche in Eccellenza”
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Toh, chi si rivede! Apex Capital Global torna a bussare alla piazza rossoblù. Il Taranto resta nei pensieri del fondo che con un comunicato stampa rende nota la sua volontà di acquisirlo anche se, nella prossima stagione, dovesse ripartire dall’Eccellenza.
Nello specifico, in una nota stampa, Apex puntualizza: «Come Apex Capital Global LLC abbiamo sempre creduto in questo marchio calcistico e nelle sue potenzialità (al momento però inespresse). La passione e l’interesse per la squadra sono rimasti intatti anche in queste settimane, durante le quali abbiamo monitorato, con attenzione, gli ultimi sviluppi societari. E crediamo talmente tanto in questa realtà calcistica che l’idea rivoluzionaria è quella di coinvolgere la tifoseria all’interno della nuova compagine. Questo perchè è l’unica componente che ama realmente questa squadra al di là della serie calcistica in cui milita (attualmente) o verrà iscritta (nel futuro). Ecco perchè siamo pronti ad investire anche in 5a divisione (Eccellenza). Non ci interessa la serie, ci interessa il marchio Taranto e la sua storia fatta di passione e amore».
Il fondo, che fa capo a Mark Colin Campbell, prova ricapitolare quando avvenuto negli ultimi mesi: «Sono stati tanti infatti gli errori a cui abbiamo assistito in tutti questi mesi. E abbiamo continuato a lavorare in silenzio senza fare polemiche, perchè al primo posto c’era solo il bene del club. Abbiamo cercato fino all’ultimo, convintamente, di acquisire il controllo della società e lo confermano i 400 mila dollari investiti inizialmente ancor prima del closing. Pochi, infatti, nei nostri panni, avrebbero investito prima di andare dal notaio per il passaggio definitivo delle quote. Eppure lo abbiamo fatto anche per confermare il nostro forte interesse per la positiva chiusura dell’operazione. Successivamente abbiamo cercato di portare a compimento l’intera operazione, ma, ogni volta, ci siamo trovati di fronte al blocco del conto corrente del Taranto FC 1927. Certamente non per cause imputabili alla nostra volontà. Queste anomalie hanno generato problemi e danni anche per le nostre attività bancarie dove operiamo quotidianamente».
L’accusa di Apex ha un preciso bersaglio: «Mai prima d’ora ci era successo qualcosa di simile e siamo rimasti visibilmente scioccati per quanto abbiamo subito in termini di immagine. In queste condizioni, e ci rivolgiamo soprattutto ai tifosi, era impossibile procedere. Anche in occasione dell’ultima offerta economica (con l’accollo totale dei debiti e con investimenti concreti per salvare la stagione) abbiamo trovato il conto del Taranto calcio nuovamente bloccato per un pignoramento di un fornitore che vantava un credito nei confronti del club. Aspetto, quest’ultimo, confermato da più di un media locale. Abbiamo chiesto al patron Giove, con il quale si è provato sempre a collaborare, di ricevere una risposta ufficiale via pec (in caso di accettazione) e di comprovare la possibilità di poter operare sul medesimo conto. Entrambe queste due condizioni sono state totalmente disattese. Di fronte a questa situazione surreale, da docu-film su Netflix, ci siamo arresi. Chiaramente ciò che sta accadendo, da un lato ci addolora, dall’altro ci porta a riconsiderare il nostro impegno in caso di rinascita di un nuovo brand calcistico. Siamo pronti a confrontarci, soprattutto con il nuovo sindaco di Taranto (al termine della prossima tornata elettorale) e “a metterci a disposizione”, se ci sarà permesso, per il bene del Taranto calcio. Noi ci siamo per far tornare “grande” il Taranto FC».
Nel frattempo Taranto-Crotone, originariamente in programma sabato alle 17.30, è stata rinviata a data da destinarsi. Lo ha stabilito con un provvedimento d’urgenza la Lega Pro, dando un segnale chiaro sulla sempre più probabile esclusione del Taranto dal campionato. La Procura Figc sta recapitando gli avvisi di conclusione indagini ai club che non hanno rispettato la scadenza dello scorso 17 febbraio (per tutti, il deferimento è atteso entro l’inizio della prossima settimana). Se per Lucchese, Messina e Triestina c’è in ballo solo una penalizzazione – due punti per ogni capo di imputazione, mancato pagamento di stipendi, ritenute e contributi –, ben più complessa la situazione della Turris e dello stesso Taranto che avevano saltato anche la scadenza del 16 dicembre, recidivi e quindi esposti al rischio di esclusione dal campionato. Sulla Turris, al momento, gli accertamenti sono ancora in corso nell’ambito di un caso più complesso e non è stato quindi predisposto il rinvio della partita di venerdì sera a Giugliano. Una volta partiti i deferimenti, l’udienza davanti al Tfn (primo grado, già esecutivo) dovrebbe essere programmata entro la prima metà di marzo (già tra il 7 e l’8, se si riuscisse ad accelerare).
L’esclusione di una o due squadre finirebbe chiaramente per stravolgere la classifica del girone C, modificando gli equilibri in vista dello sprint finale per la vetta, la zona playoff e la salvezza. Le Noif prevedono che non si tenga conto dell’esito delle partite disputate nell’intera stagione dalle squadre escluse, azzerando di conseguenza i punti che ne sono derivati. Sono previsti invece turni di riposo per chi dovrà ancora affrontarle. Per esemplificare: in caso di esclusione del solo Taranto, sia il Cerignola primo in classifica (54) sia l’Avellino secondo (49) non perderebbero punti avendo entrambe rimediato una sconfitta nel girone d’andata, mentre la sfida di ritorno non verrebbe disputata. Più significativo lo scossone in caso di doppia esclusione di Taranto e Turris: il Cerignola perderebbe sei punti (ha battuto la Turris all’andata e al ritorno), mentre l’Avellino ne perderebbe solo quattro avendo pareggiato a Torre del Greco all’andata. La conseguenza sarebbe chiara: il vantaggio del Cerignola sulla più vicina inseguitrice scenderebbe da cinque a tre punti. Dinamica che rischia di riproporsi in ogni zona della classifica, stravolgendo in parte quanto il campo ha raccontato fino a oggi.
Infine Vittorio Galigani, ex amministratore delegato del Taranto nella passata stagione, ha scritto un articolo sulla testata “Cosmopolis” dopo aver già anticipato, sempre sulla stessa testata, la probabile esclusione del Taranto per le inadempienze sui pagamenti di Irpef, Inps e stipendi.
“E’ indispensabile mettere, quanto prima, una pietra sul passato. Le ”recite” del recente passato (e del presente) rappresentate dalla “compagnia degli scappati di casa”, sono da cancellare con un deciso colpo di spugna. Protagonisti, tutti, di una “commedia” banale che la città di Taranto non merita.
Il 25 febbraio scorso – spiega Galigani – la Procura Federale in seno alla Federcalcio ha comunicato, alle parti interessate, ed a F.C. Taranto 1927 Srl per responsabilità diretta, la chiusura indagini sul mancato versamento entro il termine del 17 febbraio 2025 di ritenute Irpef e dei contributi Inps relativi alle mensilità da settembre 2024 a gennaio 2025.
Inutile nascondersi dietro le dichiarazioni di facciata, peraltro rilasciate da un soggetto che all’interno della Società non ricopre alcun ruolo, la posizione di F.C. Taranto 1927 Srl è compromessa. L’esclusione dal campionato in corso, per l’accumularsi delle inadempienze, è più di una semplice supposizione. La gravità del caso ha indotto i vertici della Lega Pro a rinviare a data da destinarsi la gara Taranto – Crotone in programma sabato 1 marzo 2025.
Al di la di quelle che saranno le imminenti decisioni della giustizia domestica della Federcalcio, esistono poi impedimenti notevoli, anche giuridici, sul disperato tentativo (assurdo) di salvare l’attuale titolo sportivo e la ormai sicura serie D (pesantemente penalizzata). Tanti gli esempi, tra i quali l’udienza prefallimentare fissata per il prossimo 11 marzo. Il mancato pagamento degli emolumenti e dei lodi (scaduti) ai tesserati, a far data da novembre in poi. Inps, Iva, Irpef. L’ingente massa debitoria accumulata. Contando poi che, in una valutazione generale, il Taranto attuale ha perso credibilità a tutti i livelli istituzionali e non per la carenza strutturale, organizzativa e finanziaria.
Il futuro del calcio cittadino appare pertanto nebuloso. I regolamenti, nei casi indicati nei deferimenti della Procura Federale, impongono un eventuale “declassamento” in due categorie, inferiori, rispetto a quella di appartenenza al momento dell’esclusione. La squadra rossoblu (se ripescata in sovrannumero) dovrebbe pertanto ripartire dal campionato regionale di Eccellenza.
La norma vuole che la Federcalcio, in previsione del ripescaggio, si rivolga al Sindaco per avere indicazioni su un soggetto fisico e/o giuridico idoneo in possesso delle qualità comportamentali, economiche e finanziarie richieste. Poi l’attribuzione del titolo sportivo con un nuovo numero di matricola. Fatte le opportune e scrupolose verifiche, per tenere alla larga “perditempo” e “scappati di casa”, sarà di esclusiva competenza dei vertici Federali.
Per ottenere il “ripescaggio” sarà indispensabile il versamento di un importo, a fondo perduto, che nelle scorse stagioni era di 100 mila euro. Le preferenze della piazza, stanca dell’andazzo dell’ultimo periodo, propendono verso questa seconda soluzione. Con nuova Società e denominazione. Una dirigenza “fresca”, solida ed ambiziosa, nonostante la categoria.
Nel merito vanno fatti degli approfondimenti seri. Primo fra tutti che non è mai facile vincere i campionati. In qualsivoglia categoria. E soprattutto non è vero che bastano “i soldi” per vincere. E poi il progetto, durata e sostenibilità, non dimenticando che il prossimo anno la città di Taranto non sarà dotata di uno stadio, alternativo, idoneo. La nuova squadra, qualunque sarà la categoria di appartenenza, dovrà trasferirsi in una delle strutture della provincia (da identificare). Tutte con una capienza limitata. Inadeguata alla riconosciuta, massiccia partecipazione, della tifoseria rossoblu.
La (ri)consegna, nel 2026, dello Iacovone (tanto ristrutturato quanto oneroso) impone, per quella data, la presenza in serie D, di quello che sarà il nuovo Taranto. La riforma dei campionati (già allo studio in Federcalcio) porrà il nuovo Club di fronte a ulteriori, inaspettati impegni. Indispensabile allora strutturarsi preventivamente. Un piano industriale, quanto meno quinquennale, per “riabbracciare” il professionismo e consolidarvisi, individuando budget ed investimenti appropriati. Costi e ricavi adeguati facendo affidamento sulle proprie risorse, piuttosto che sulla variabile degli incassi, delle sponsorizzazioni, della pubblicità visiva, delle plusvalenze, ecc.
Esperienze del passato hanno “insegnato” che chi si avvicinerà al Taranto dovrà possedere grande personalità ed una solidità economica consolidata. Polsi e tempra di acciaio per sostenere degnamente il programma di quel piano industriale, perché la crisi dell’indotto, che attanaglia la città, non permetterà alcun sostegno vietando la “dispersione” inutile del denaro. Dovrà essere conscio della differenza comportamentale e caratteriale che esiste tra l’essere tifoso e “fare” il dirigente. Consapevole delle grandi difficoltà da superare per risollevare, partendo così dal basso, le sorti di quella maglia. Consapevole altresì che il nuovo Iacovone sarà certamente un bel contenitore, ma dai costi di gestione/manutenzione notevoli.
Un “pesante” gravame economico, se non utilizzato per produrre la redditività migliore.
Il “gestore” del futuro dovrà inoltre essere convinto che l’azienda calcio va “guidata” da una sola testa. Sempre. Come sosteneva quell’amico, imprenditore di successo, che “deliberava”, in consiglio d’amministrazione, la mattina. Quando, da solo, davanti allo specchio, si faceva la barba perché cordate e associazionismo sono espressioni dei “poveri”. Di intelletto e di portafogli!”.