Pallavolo
In fuga dalla guerra e accolte dall’Accademia Volley: la storia di Katerina e Valeria, unite dalla pallavolo
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Lo sport insegna ad essere campioni non solo in campo, ma soprattutto nella vita trasmettendo valori importanti fondati sul rispetto, nei confronti degli avversari e dei compagni di squadra. La storia che vi raccontiamo oggi è un esempio concreto di solidarietà, ma anche di generosità; una testimonianza di come lo sport sia in grado di travalicare i confini, geografici e culturali, diventando reale integrazione. A raccontarci il loro viaggio, o meglio la fuga dall’Ucraina a causa della guerra, sono mamma Olha Kostina, le sue due figlie Valeria e Veronica insieme alla loro inseparabile amica Katerina. Ragazze unite dalla pallavolo e che grazie a questo sport hanno trovato ospitalità e accoglienza dall’Accademia Volley Benevento.
Katerina è la più forte, almeno caratterialmente tra le tre, nonostante sia qui, in Italia, senza familiari. La ragazza ha un grande senso di patriottismo e orgoglio ucraino che desidera esprimere giocando sui campi di pallavolo. Dentro di lei, vive forte il ricordo del suo paese. Guardare in televisione le immagini della sua amata terra martoriata dalla guerra suscitano in Katerina – così come nelle altre donne – tanta tristezza mista a paura per un futuro incerto. Abbandonare le sue amiche, i parenti ma anche gli allenamenti nella squadra ucraina dove giocava non è sicuramente stato facile per una ragazza così giovane, ma non lo sarebbe stato per nessuno: un cambiamento repentino di vita e abitudini che grazie al cuore dell’Accademia sta diventando un po’ meno difficile e pesante da affrontare.
E poi ci sono loro, le due sorelle Valeria e Veronica. La più grande ha la voce spezzata dall’emozione, mentre nel ricordare, ripercorre flashback della sua vita passata. La seconda, più piccola, con un sorriso stampato sul volto si è detta felice ed entusiasta di giocare tra le fila delle giovanili della squadre del presidente Dante Ruscello.
Una storia che parte da grandi difficoltà ma che si è evoluta, trovando alla fine un epilogo positivo. ”Ognuno di noi ha il dovere di condividere la propria fortuna con chi vive momenti di difficoltà tendendo una mano e offrendo un reale sostegno”, ha commentato il presidente Ruscello.