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Scomparsa ‘don Ottavio’ Pietrantonio, il messaggio di cordoglio del delegato Coni Mario Collarile
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Sono venuto a dare l’estremo saluto ad Ottavio Pietrantonio come amico da una vita ed in rappresentanza di tutti gli sportivi sanniti. Oggi diamo l’ultimo saluto ad un uomo che non è stato uno qualunque, perché Ottavio Pietrantonio è stato un personaggio molto noto nella nostra città, stimato e amato da tutti.
Il fratello Antonio, già Sindaco di Benevento, la moglie Rosaria, i figli Ernesto, Giovanni e Marco, le nuore ed i nipoti tutti ereditano, tra l’altro, una simpatia, che non tutti lasciano dietro di sé nel passaggio su questa terra.
Ottavio ha amato la famiglia, le tradizioni – è stato un collezionista particolare – ed ha amato lo sport, ma lo ha fatto sempre donando allegria.
Come atleta è stato un buon portiere di calcio: nei primi anni ’60 ha giocato con l’Afragolese dove, dopo un paio di campionati entusiasmanti, i tifosi cominciarono a chiamarlo l’Idolo di Afragola. Si interessò a lui il Benevento Calcio, che allora si chiamava ancora San Vito, in cui ha giocato per 10 anni.
E nel calcio è stato poi, a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80, anche un dirigente del Comitato Provinciale.
All’inizio degli anni ’80 si dedicò alla riorganizzazione del Tennis Tavolo a Benevento e fu Commissario Straordinario della Sezione provinciale.
Dagli inizi degli anni ’90 si dedicò completamente al Basket, che allora si chiamava Pallacanestro:
– fu Presidente di società,
– poi Presidente del Comitato Provinciale,
– infine Consigliere del Comitato Regionale della Campania.
Per i suoi meriti nel Basket il Presidente Petrucci assegnò ad Ottavio Pietrantonio la Targa d’Onore d’Argento della Federazione Italiana Pallacanestro. La prestigiosa attività di Ottavio, prima come atleta e poi come dirigente sportivo, è stata riconosciuta con varie benemerenze.
Ottavio ha ricevuto dal CONI, come atleta, la Stella di Bronzo ma anche come dirigente – il che è molto raro – la Stella d’Argento al merito sportivo. Ma Ottavio Pietrantonio è stato anche, per oltre 35 anni, il Segretario Provinciale dell’Unione Nazionale dei Veterani Sportivi, per cui è stato lui stesso a conferire tante benemerenze agli sportivi sanniti, benemerenze che consegnava in serate particolari, che si concludevano con la consegna del premio e con un suo incitamento: ‘Tutti in piedi e con un applauso generale’.
Noi siamo convinti che chi resta nella memoria della gente non muore. Ed Ottavio resterà per sempre nello scrigno del nostro cuore.
E il suo ricordo non velerà di tristezza i nostri occhi, ma illuminerà le nostre labbra di un sorriso, perché Ottavio nella sua bontà e generosità ha regalato anche tanta allegria.
Ottavio, forse, è stato l’ultimo grande “barzellettiere” beneventano. Una serata conviviale con Lui era sempre condita da un sapore particolarmente gradito, il sapore dell’allegria. Le sue barzellette erano il dessert più atteso.
Così come sono certo che, anche oggi, Ottavio vorrebbe che l’ultimo saluto si colori almeno di un sorriso.
E allora, forse per l’ultima volta, voglio raccontare un episodio che abbiamo spesso ricordato insieme, anche al termine di qualche conferenza.
Ottavio, come portiere, è stato un calciatore professionista; io, invece, ho giocato a calcio solo da dilettante.
Ci siamo, perciò, incontrati solo in età matura, in un Torneo degli Uffici; ed io, da centravanti della squadra degli Avvocati, riuscii in contropiede a fargli un gol. Per prenderlo in giro, mentre Lui raccoglieva il pallone in fondo alla rete, gli gridai: ‘Ho bucato pure l’Idolo di Afragola’. E Lui di rimando: «Ma se questo è l’unico gol della vita tua». Di quella partita tra noi non c’è stata mai una rivincita.
E allora, caro Ottavio, adesso che dai campi verdi sei passato ai campi celesti, la rivincita la disputeremo Lassù.
Ma devi aspettare ancora qualche tempo, finché il Signore vorrà.
Per il momento: grazie, grazie per quello che hai fatto, quaggiù, per tutti noi e, soprattutto, per i sorrisi che ci hai regalato.