Calcio
Che gioia il primo gol dell’enfant prodige: ma Carfora ha bisogno di Auteri, non di noi
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Pochi lo ammetteranno ma qualcuno avrà storto anche il naso nel momento del suo ingresso in campo. Ma perchè? Proprio adesso? In una partita così delicata e con la squadra sotto di un gol? Toglie Starita, l’acquisto forse più pubblicizzato del mercato di gennaio, per mettere dentro Carfora? Auteri come lo sposo di De Gregori: “… è impazzito oppure ha bevuto”.
E’ invece bastato un semplice tap-in, dopo l’ennesima parata di Merelli, a rovesciare il Mondo. Al minuto 80, numero che nella smorfia sta a significare ‘a vocca: spalancata, incredula quella dei tifosi giallorossi.
La verità: ce lo eravamo tutti un po’ dimenticato, Lorenzo Carfora. Eppure proprio di questi tempi, un anno fa, quel ragazzino ancora minorenne rappresentava l’unica luce nel buio di una retrocessione – sportivamente – drammatica. “Ripartiamo da Carfora” – si diceva.
Ma iniziata la nuova stagione, del numero trenta si sono presto perse le tracce. Titolare solo una volta, la prima di campionato: subito sostituito. Poi una mezzoretta scarsa il 21 settembre, col Taranto. Quindi la partita di Coppa Italia, dove giocano quelli che non giocano. Poi boh..
“O lo diamo in prestito o lo riportiamo in Primavera” – il bivio che i tanti avevano immaginato per lui. Perché o tutto o niente. Nel calcio di oggi le mezze misure non esistono. E’ stata espulsa la pazienza.
Fortuna che Gaetano Auteri viene dal calcio di ieri. “E perché?” – così sabato, nel corso della consueta conferenza stampa del giorno prima, il tecnico giallorosso rispondeva a chi proponeva per Carfora un ritorno nelle giovanili. “Il ragazzo si sta allenando bene, sta crescendo. Può tornare utile”.
Eccolo, il punto: si può dare il contributo anche senza essere eroi. Soprattutto se hai appena compiuto 18 anni. E ora non ricominciamo a chiedere, a pretendere. Per crescere Lorenzo ha bisogno di Auteri, non di noi, non del peso delle nostre aspettative e delle nostre ambizioni.
E dunque no: la canzone del giorno non è Alice. E’ un’altra: “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”.