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Calcio

Strega, nessun segnale di ripresa da cui ripartire. A Pazienza serve tempo? Mentre il medico studia, il malato muore

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“Dalla terapia intensiva alla rianimazione il passo è breve. Il Benevento, sempre più agonizzante, continua a sprofondare in classifica senza dare un minimo segnale di ripresa. La situazione si aggrava ogni giorno di più, i numeri sono deficitari e non si vede la luce in fondo al tunnel”. Lo scrive Il Mattino.

“Stavolta – spiega il quotidiano – nemmeno i risultati degli altri aiutano la strega. L’Audace Cerignola passeggia con la Turris e vola a +7, l’Avellino batte il Crotone e per la prima volta in questo campionato scavalca i giallorossi, adesso quarti, sopravanzandoli di 2 lunghezze. Se il Taranto dovesse essere escluso, i distacchi si dilaterebbero a +10 e +5 e significherebbe dire definitivamente addio al primo posto”.

“Il Benevento tuttavia, in questo momento – sottolinea il giornale – ha problemi ben più gravi e la classifica diventa quasi l’ultimo di questi. Sui social centinaia di tifosi sparano a zero su tutti (Manconi, tra i più bersagliati, ha cancellato il suo profilo Instagram), e sicuramente sono molti di più rispetto a quelli che vanno allo stadio a sostenere la squadra. Nel giro di un mese è stato spedito al macero quanto di buono fatto in precedenza. La squadra che giocava il calcio più bello dell’intera Serie C, grazie alla caparbietà di un allenatore che sembrava aver trovato la chiave giusta per esaltarne il potenziale, evidentemente sopravvalutata e con carenze strutturali che si erano evidenziate sin dalle prime battute nonostante le goleade e il filotto di risultati, non è stata più capace di reggere il passo delle dirette concorrenti e si è sciolta come neve al sole al primo vero, momento difficile”.

L’attuale condizione – evidenzia l’articolo – è anche figlia di scelte e strategie più che discutibili: non è un caso se davanti ci siano i club che che si sono mossi meglio sul mercato, Cerignola su tutti. Il calcio non è una scienza esatta, ma certe volte è più semplice di quanto possa apparire. Ignorarne i difetti, non apportare alcun correttivo, silurare il timoniere che l’aveva fatta rendere più di quanto valesse e andare all-in su un gruppo talentuoso sì, ma orfano di una leadership forte, fragilissimo sul piano emotivo e totalmente privo di personalità, sono state le mosse che hanno finito col compromettere la stagione di una squadra che era stata entusiasmante fino al 5 gennaio”.

“Un mese e mezzo senza vittorie, in 6 gare appena 4 punti conquistati e terzultimo posto provvisorio – osserva Il Mattino – davanti solo a Taranto e Turris. Se si eccettuano queste ultime due, per il rendimento di questi ultimi 40 giorni, il Benevento è la peggiore squadra del girone C. Assurdo, impensabile fino a qualche settimana fa. Eppure le avvisaglie c’erano state, a novembre come a dicembre. Si è però deciso di andare oltre e non modificare nulla, nella singolare convinzione di avere tra le mani una Ferrari che potesse guidare qualunque pilota”.

“Quanto a Pazienza, è l’ultimo al quale si possano attribuire responsabilità. Ma – chiarisce ancora l’articolo – non è riuscito a cavare un ragno dal buco. Niente scossa, elettroencefalogramma piatto. Con due terzini bloccati, centrocampisti a iosa ed esterni offensivi schierati da punte centrali non si va lontano. Senza tirare in porta e con ritmi alla camomilla non si esce neanche di casa. In due gare zero gol fatti, un punticino guadagnato e l’ansia da prestazione trasmessa ai giocatori. I quali, da quando è arrivato lui, hanno trascorso più giorni in ritiro che a casa. Un vecchio adagio recita: “Mentre il medico studia, il malato muore”. Non vorremmo che avesse bisogno di troppo tempo per trovare il bandolo della matassa. Perché se così fosse, gli spettri di febbraio 2023 sarebbero dietro l’angolo. Ormai non resta che provare a salvare il salvabile. Altro che vincere il campionato, meglio ragionare nell’ottica di un buon piazzamento playoff cercando di ritrovare la strada maestra. Il ritiro ad oltranza, più che la soluzione appropriata sembra l’unica alternativa a disposizione di una dirigenza che non sa più a che santo votarsi. Non resta che rimboccarsi le maniche, nella speranza che a Latina (dove Pazienza ritroverà Oukhadda e Berra, ieri scarico oggi ripresa) ci sia almeno un sussulto d’orgoglio. Altrimenti sarà dura davvero”.

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