Calcio
Strega, non c’è luce in fondo al tunnel: un secondo tempo disastroso, come tutto il girone di ritorno

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“Niente luce in fondo al tunnel per il solito, inconcludente Benevento. Un tempo discreto e una ripresa imbarazzante consentono all’Avellino di far suo il terzo derby su 4 nelle ultime due stagioni e di continuare a coltivare, in maniera sempre più concreta, il sogno della B”. Lo scrive Il Mattino.
“La crisi nera dei giallorossi – sottolinea il giornale – prosegue senza sosta: 9 pareggi e 3 sconfitte in un girone di ritorno disastroso, da peggiore squadra del campionato. Due gol in fotocopia, su altrettante colpevoli dormite della difesa (senza contare un portiere inchiodato tra i pali di cui ormai non si ricorda più l’ultima parata decisiva) lanciano gli irpini verso una meritata promozione e vedono gli uomini di Auteri scivolare sempre più in classifica, adesso scavalcati anche dal Catania, col sesto posto salvato solo grazie al pareggio del Potenza col Giugliano”.
“Nulla più – rileva il quotidiano – di qualche flebile segnale di ripresa, nel primo tempo, per una squadra senza mordente, letteralmente sovrastata sul piano dell’agonismo, e incapace di tirar fuori gli attributi nei momenti topici. In quasi sei minuti di recupero, praticamente non si è mai giocato perché il mestiere dei calciatori dell’Avellino ha preso il sopravvento sugli impauriti e sommessi colleghi in maglia giallorossa. Alla società, dopo questa ennesima delusione, non rimane altro che sperare di chiudere in fretta questa stagione e cominciare a pensare alla prossima, perché anche i playoff rischiano a questo punto di trasformarsi in un bagno di sangue”.
“Auteri ha confermato le attese della vigilia optando per il 3-4-1-2 con Pinato alle spalle di Lamesta e Manconi. La sorpresa in mediana, con Acampora schierato accanto a Talia nella veste di metronomo al posto di Prisco. Nel complesso una formazione quadrata, attenta in difesa ma con un attacco troppo leggero. Un primo tempo grossomodo equilibrato, con il Benevento che si è lasciato preferire, perché almeno ha provato a giocare orchestrando la circolazione, cercando sovrapposizioni e linee di passaggio.
Della blasonata capolista poche tracce: aggressività a centrocampo, proteste su ogni fallo fischiato, tanta garra. Di manovrato quasi nulla, palloni buttati avanti in verticale, qualche traversone in area di D’Ausilio e qualche sgasata dello stesso D’Ausilio favorita da palle perse da Acampora. Non a caso l’occasione più ghiotta ce l’ha avuta proprio il Benevento, con Lamesta messo da Simonetti solo davanti a Iannarilli al minuto 36. Poteva essere l’opportunità per stappare la partita, ma l’ex Rimini non ha saputo fare di meglio che sparare alto da ottima posizione. Un gol divorato che testimonia per l’ennesima volta l’assenza di uomini decisivi in zona-gol di una squadra che rischia di restare un’eterna incompiuta. I giallorossi hanno sfruttato le fasce con Oukhadda e Simonetti, ma più per accompagnare l’azione che per rifinirla, visto che i cross non sono stati tantissimi e quelli precisi ancora meno”.
“Il problema del Benevento – spiega l’articolo – è sempre lo stesso, ovvero la scarsa concretezza negli ultimi sedici metri. Il Benevento ordinato e compatto della frazione d’apertura è però rimasto negli spogliatoi. Nella ripresa solo tanta confusione mescolata alle rituali amnesie difensive e l’Avellino, pur non creando chissà cosa, è passato prima in vantaggio con Armellino (Sounas per D’Ausilio, Oukhadda e Acampora immobili, cross per Armellino tutto solo sul secondo palo), ha subito il pari con Pinato (gran giocata di Manconi che ha chiuso il triangolo e servito il compagno che ha insaccato di piatto) ed è riuscito a trovare comunque il gol-vittoria grazie ai cambi di Biancolino: traversone di Russo e colpo di testa di Palumbo.
Per il Benevento si è spenta definitivamente la luce dopo l’uscita degli affaticati Berra e Acampora, per non parlare dell’avvicendamento di Pinato, uscito per tenere in campo l’inguardabile Lamesta. “Siamo competitivi” ha detto Auteri nel post-gara. Peccato che i risultati da tre mesi a questa parte dicano l’esatto contrario”.