Calcio
Benevento, la Star Games lascia il campo ex Cral: ‘Dal Comune trattamenti differenti con altre Asd. Procura faccia chiarezza’
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“Nonostante un ricorso pendente dinanzi al TAR ed un accertamento tecnico preventivo in corso, il Comune di Benevento ha preteso il rilascio dell’impianto. Ringraziamo i nostri legali, gli avvocati Nicola Marino, Filomena Marino e Luigi Marino perché hanno tentato, con ogni mezzo previsto dalla Legge, di esserci di ausilio, attraverso una battaglia legale combattuta colpo su colpo e che è ancora in corso. Comunichiamo alla cittadinanza che dalle ore 12:00 odierne, l’Ente, ha la materiale disponibilità di tutte le chiavi dell’impianto! L’ex CRAL, come da tutti chiamato, torna al Comune di Benevento”. Ad annunciarlo in una nota alla stampa è l’allenatore Vincenzo De Caro, uomo simbolo dell’Asd Star Games. La società ha lasciato l’impianto sportivo di Rione Libertà.
“Lasciamo un Rione peculiare, un Quartiere dalle tinte forti, ma dalla grande umanità, ricolmo di persone che, con umiltà, lavorano sodo, nonostante tutto. Lo facciamo con l’amaro in bocca, ma con la consapevolezza di essere stati, per tanti giovani e tante famiglie, un punto di riferimento, alle volte quel luogo “sicuro” dove crescere. I Valori dello Sport e dell’attività giovanile, per noi, erano sacrosanti. Vogliamo bene ai nostri amici del Rione Libertà.
Andiamo via, perché solo il bando della nostra struttura imponeva un canone di 20.000,00 Euro all’anno e delle condizioni assurde (oltre il canone, tutte le migliorie erano a nostro carico). Per altri impianti, invece, i lavori che la singola ASD, di volta in volta, si impegnava ad eseguire, venivano “scomputati” dal canone. Questa, invero, è la prima macroscopica ed immotivata differenza”.
E aggiunge: “Leggendo le convenzioni non si scorge il dato tecnico che abbia giustificato la differenza di trattamento economico in punto di determinazione del canone. Non ci sono studi di fattibilità e nemmeno indagini circa la capacità di produrre reddito dei singoli impianti sportivi.
Quello che emerge – prosegue De Caro – è che alcune strutture sono state affidate a prezzi “irrisori”. Per quelle più grandi, invece, attraverso un meccanismo di sottrazione (ad esempio, dei lavori a farsi), si è ridotto il canone in maniera drastica. Ma una pubblica amministrazione può assumere decisioni slegate dai principi di eguaglianza, trasparenza, buon andamento e correttezza? Un PA può decidere condizioni così diverse per le medesime attività, senza alcuna motivazione riscontrabile? Ancora, dalla lettura delle convenzioni, si apprende che anche altre ASD hanno maturato dei periodi morosità che, a differenza della ricorrente, sono state spalmate sui canoni a venire, con allungamento della durata della convenzione.
Perché solo l’ASD Star Games è stata “sfrattata” nonostante nei periodi in cui faceva fatica a versare il canone “comunque pagato” continuasse a chiedere al comune di rivedere la convenzione? Chiediamo, quindi, al Comune di rispondere pubblicamente alle considerazioni sopra effettuate ed alla Procura della Repubblica, già interessata a mezzo querela sporta da questa ASD, di fare luce su queste differenze di trattamento. Credevamo e crediamo nella Giustizia”, conclude De Caro.