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Calcio

Tre generazioni di calciatori ad alimentare il furore agonistico del Benevento, in testa 4 anni dopo la stagione dei record

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“Erano esattamente 1515 giorni, circa 4 anni e 2 mesi, che il Benevento non si trovava da solo in testa alla classifica. Ne è passata di acqua sotto i ponti dal quel 31 luglio del 2020, ultima giornata del torneo di Serie B stravinto dai giallorossi di Inzaghi, quello dei record chiuso con sette giornate d’anticipo e 20 punti di vantaggio sulla seconda”. Lo riporta Il Mattino.

“L’unico superstite di quella squadra – ricorda il quotidiano – è Nicolò Manfredini, mentre Angelo Talia militava nell’Under 17, Angelo Viscardi e Antonio Prisco nell’Under 16, Perlingieri era ancora nel settore giovanile della Paganese e Nunziante, su input di Simone Puleo, si apprestava fare il suo primo provino con le giovanili giallorosse mentre si divertiva nella scuola calcio “Dream Foggia”, dopo aver cominciato a parare nella Juventus San Michele”.

“Tre generazioni a confronto – sottolinea l’articolo – tra la “chioccia” Manfredini, quella di mezzo dei senatori e quella dei ragazzini terribili cresciuti nel vivaio e oggi protagonisti assoluti, miscelati in un unico gruppo dove davvero ora si respira aria nuova, grazie alla ventata di freschezza arrivata dalla cantera. Auteri predica giustamente calma e sangue freddo, dato che non è stato fatto ancora nulla e siamo appena alla quinta giornata. Ma è evidente che il pubblico si esalti dinanzi a numeri che raccontano una bellissima storia di riscatto da parte di un club che ha toccato il cielo con un dito arrivando due volte nell’Olimpo del calcio italiano per poi sprofondare di nuovo nell’abisso della terza serie”.

“Gli ultimi risultati – evidenzia il giornale – fanno emergere un dato: non c’è o almeno così pare, la Juve Stabia di turno capace di sorprendere tutti guadagnando quel vantaggio tale tenersi dietro le avversarie più agguerrite. C’è una sola squadra imbattuta ed è il Picerno, partito anche meglio dello scorso anno, ma non attrezzato per arrivare in fondo. E poi c’è il Benevento che guarda tutti dall’alto in basso col miglior attacco (12 reti), la terza miglior difesa (3 gol al passivo, meglio hanno fatto solo Monopoli e Sorrento con sole 2 reti incassate), la miglior differenza reti (+9), e il filotto di tre successi uno dietro l’altro, sia casalinghi che complessivi. Una macchina perfetta? Presto per dirlo. C’è ancora molto da lavorare e meccanismi da oliare soprattutto in difesa”.

“Ma quello ammirato contro il Foggia – precisa Il Mattino – è un Benevento che, al netto di 6 assenze pesanti, ti viene a prendere alto, ti aggredisce, ti toglie fiato giocando sopra ritmo e indovina tracce straordinarie in ampiezza e profondità. Ed è un Benevento concreto, che la butta dentro alla prima occasione e scava subito un solco con l’avversario costretto a rincorrere. Provare a giocarsela a viso aperto con la squadra di Auteri oggi significa esporsi seriamente al rischio di farsi non male, malissimo. Il palleggio acquisisce sempre maggiore fluidità e velocità e le tracce in verticale sono costanti, molto di più di quelle in orizzontale e all’indietro”.

“Anche contro i satanelli – rileva l’articolo – Auteri ha tirato fuori la mossa a sorpresa, con quella posizione ibrida di Manconi, a metà tra il rifinitore e il partner di Perlingieri, che ha lasciato molta più libertà a Simonetti negli inserimenti da sinistra e consentito all’ex Modena di dipingere calcio con giocate sopraffine e finalizzare portando a 3 reti il personale bottino. Tutti determinanti anche stavolta: Nunziante con la sicurezza di un veterano e parate da fenomeno, Prisco con la punizione dell’1-0 e il corner dai cui nasce il primo rigore, Perlingieri e Lamesta con i due penalty procurati, Berra, Talia e Tosca con salvataggi provvidenziali, Oukhadda nello sbloccarla e mettere la museruola a Zunno, sulla carta il più pericoloso tra i rossoneri”.

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