Calcio
Don Tano, sommo stratega della C: il tique-taque in verticale del visionario che ha reso la Strega una macchina da gol
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“Grazie all’ennesima prestazione convincente in casa, il Benevento guarda di nuovo tutti dall’alto, anche se ad affacciarsi dal tetto c’è anche il solidissimo Picerno, unica squadra ancora imbattuta tra quelle del girone C. I I giallorossi giocano un calcio champagne, la gente allo stadio si diverte, sforato il muro dei 6 mila spettatori al “Ciro Vigorito”. Merito di una collettivo che gioca quasi a memoria, che predilige il fraseggio, lavora in ampiezza e talvolta con combinazioni veloci in spazi anche strettissimi”. Lo scrive Il Mattino.
“Gaetano Auteri – prosegue il quotidiano – si conferma il sommo stratega della C: il suo Benevento è “padrone assoluto del gioco e del campo” per dirla alla Arrigo Sacchi, don Tano colpisce ancora con la forza della tattica applicata alla tecnica sopraffina dei suoi seguaci. La sua poetica del possesso palla e della geometria euclidea applicata al calcio, continua a mietere successi e soprattutto spettacolo per palati raffinati. I giallorossi confezionano confezionano reti strappando palloni direttamente da centrocampo. Statistiche alla mano, il giochino del prendi e vai dalla metà campo è accaduto finora almeno una decina volte, con finalizzazione spesso vincente. Gli architetti di don Gaetano, dalla difesa fino all’attacco, edificano trame lineari, logiche e razionali, con una media elevatissima di passaggi ad ogni match. Ragnatele e diagonali numericamente superiori”.
“Lo hanno etichettato – sottolinea Il Mattino – come un allenatore vetusto, che ordisce schemi antiquati e interpreta un calcio ormai superato. In realtà si conferma il più grande visionario della terza serie, semplicemente perché lui anni orsono, faceva in Lega Pro ciò che alcuni profeti del calcio moderno fanno oggi. Antesignano del dominio attraverso il possesso, ha plasmato il gruppo a sua immagine e somiglianza in poco più di una decina di settimane. Subentrato per la prima volta in carriera, ha utilizzato il semestre precedente per piantare le radici, innestare il suo credo”.
“La società – spiega il giornale – intelligentemente gli ha rinnovato la fiducia per il secondo anno, mettendolo al centro del progetto con i suoi pregi e qualche fisiologico difetto. Gli ha garantito i rinforzi giusti, forse ne avrebbe desiderato qualcuno in più ma è lì che ha fatto la differenza. Don Gaetano da Floridia ha compreso e sposato le idee di calcio futuribile di Vigorito e Carli e ha edificato con l’ausilio di una variante: meno forza fisica e più palleggio, tanto palleggio, da ubriacare i dirimpettai e ubriacarsi di piacevolezza”.
“Niente tique-taque in orizzontale – racconta Il Mattino – ma direzione verticale, sempre. I dettagli di un 4-3-3 trasformato prima in un 4-2-1-3, poi in 4-2-3-1 e 4-2-4, a addirittura in 4-4-2 e 3-5-2 nelle ultime fasi di gara con la Juve. Si è accorto ben presto che a quel tridente in linea mancava un guastatore, il rompiscatole per eccellenza, quello che fa saltare il banco. Lo ha identificato in Acampora o Pinato, poi in Borello, e quando gli sono venuti tutti meno, ha tirato fuori dal cilindro Simonetti, accentrando e arretrando a fasi il raggio d’azione di Manconi. Qualcosa di più di un semplice sistema di gioco elastico. Una rappresentazione totale del genio ribelle, mai sceso a compromessi, della innovativa e a tratti folle creatività che lo contraddistingue”.
“Cultore del merito, ne ha sviluppati di talenti. Ha buttato dentro – conclude l’articolo – senza paura Nunziante, Viscardi, Prisco, Talia, Perlingieri, Sena. Ma c’è ancora tanto da fare: in campo esterno bisogna cambiare marcia, due sconfitte immeritate su tre gare bruciano. Niente più omaggi, l’attacco atomico (14 reti in 4 gare interne, 12 nelle ultime 3, 9 calciatori diversi già a segno) deve sganciare missili anche fuori. La strada per la gloria è ancora lunghissima, ma quella intrapresa sembra giusta”.