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Rispetto degli altri, disciplina e sacrificio: a Benevento la filosofia del Karate come stile di vita
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Chi non ha visto almeno una volta nella sua vita Karate Kid, film del 1984, che racconta lo storia di Daniel LaRusso, giovane italo americano che grazie agli insegnamenti del maestro Miyagi, riesce a battere il cattivissimo dojo del Cobra Kai conquistando la vittoria del torneo. Quanti, poi, hanno provato ad imitare la celebre ‘mossa della gru’, arma segreta e potente grazie alla quale Daniel riesce a mandare ko il suo avversario. Una pellicola che ha avuto il merito ti delineare i contorni di questa disciplina, afferente alle arti marziali e fatta di rispetto, sacrificio, concentrazione e coordinazione.
Il viaggio di Ntr24 alla scoperta degli sport praticati nel Sannio incontra la nobile e antica arte del Karate, trasmessa come forma mentis e filosofia di vita ai giovani allievi che scelgono di apprenderla e praticarla.
Questa arte marziale prevede, soprattutto, il combattimento a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se alcune scuole e stili prevedono anche l’utilizzo di strumenti di attacco e difesa tradizionali. Attualmente viene praticato nel mondo in due differenti versioni: quella sportiva, privata della sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale e quella tradizionale più legata ai precetti originali basati sulla difesa personale.
Il karate può, inoltre, aiutare a migliorare la memoria e la coordinazione, sia in giovane età che da adulti. Un’arte marziale che può praticare chiunque, dunque, abbia desiderio di rafforzare la propria concentrazione ma anche la precisione.
Le interviste nel servizio video