Calcio
Turris come il Taranto: domani l’udienza al Tfn che sancirà l’esclusione definitiva dal campionato

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Il rinvio della partita di Catania inizialmente in programma domani, che segue la decisione di annullare la gara col Taranto di sabato scorso e che comunque non si sarebbe mai giocata per l’estromissione della compagine pugliese dal torneo, è un segnale che lascia spazio a poche speranze. Domani, nella seduta del Tribunale federale nazionale che sarà chiamato a valutare la posizione della Turris dopo la segnalazione della Covisoc circa le presunte inadempienze nei pagamenti effettuati il 17 febbraio, potrebbe essere sancito l’addio anticipato del club corallino al calcio professionistico. Tuttavia, la Lega Pro, in corrispondenza del turno infrasettimanale del torneo, potrebbe decidere di far slittare ogni decisione a giovedì.
Pesante il fardello a carico della dirigenza torrese segnalato dal procuratore federale, che comprende non solo i mancati versamenti relativi al trimestre novembre-gennaio, ma anche quelle che sarebbe reiterate irregolarità per il periodo settembre-ottobre, queste ultime potenzialmente decisive per decretare la fine anticipata della stagione per la Turris e la relativa esclusione a torneo in corso. Una recidiva che viene contestata anche all’amministratore unico Antonio Piedepalumbo, che potrebbe a questo punto ricevere un ulteriore squalifica dopo quelle già comminate in occasione delle sentenze che hanno visto sottratti rispettivamente 4 e 6 punti in classifica.
Dall’entourage corallino oramai non trapela più nulla. Vige una sorta di rassegnazione, la stessa che ha preso la tifoseria, convinta che il fallimento sia la strada più “veloce” per cancellare l’onta di una stagione nella quale si sarebbero dovuti celebrare gli ottant’anni dalla fondazione e che invece potrebbe passare agli annali per il secondo fallimento in meno di 25 anni. Certo, quello di inizio anni Duemila fu meno repentino perché avvenne dopo tre retrocessioni di fila, che portarono il club dalla C2 alla Promozione. Stavolta le premesse erano sembrate diverse, con una presentazione in pompa magna del nuovo organigramma societario all’hotel Marad, alla presenza tra gli altri della voce che accompagnò l’Italia di Marcello Lippi al titolo mondiale del 2006, Marco Civoli, e con una festa chiusa con i fuochi d’artificio poche settimane dopo al Liguori. Quando i primi scricchiolii si erano già verificati, con il tecnico Mirko Conte (poi esonerato a dicembre) costretto a rinunciare per due partite consecutive a tutti i nuovi acquisti per la mancata presentazione di una fideiussione aggiuntiva, necessaria per “coprire” i contratti eccedenti il milione di euro. Da allora ai giorni nostri, è stato un crescendo di delusioni e fallite promesse.
Ma se lo spettro del fallimento appare sempre più concreto, dall’altro c’è una luce di speranza in fondo al tunnel. È di questi giorni l’indiscrezione secondo la quale alla prossima Turris tra i dilettanti sarebbero interessati l’attuale patron del Pompei Francesco Mango e l’ex presidente dell’Ercolanese Umberto Raiano. Addirittura si era arrivati a ipotizzare che il titolo di serie D della città mariana potesse essere trasferito a Torre del Greco. Una eventualità smentita da Mango, che invece non ha escluso un interessamento a quella che potrebbe essere una futura esperienza alla Turris.
Con l’esclusione dal campionato ormai prossima, la domanda che tutti si pongono è: quale sarà il futuro della Turris? Per far sì che il calcio torni a Torre del Greco, ci sono due soluzioni percorribili, una più immediata ma ricca di incognite, l’altra più onerosa ma più sicura per il futuro del club. A profilarle è il portale “TuttoTurris”.
Opzione 1: Trasferire un titolo esistente da un’altra città. Una pratica ormai comune nei Dilettanti, soprattutto in Campania, è quella di trasferire un titolo sportivo da una città vicina, a patto che la sede legale rimanga nella stessa provincia. Non sarebbe una novità per la Turris: dopo il fallimento dell’era Pesce, i corallini ripartirono dall’Eccellenza con il titolo del Gaudianum. Stesso discorso nella gestione Moxedano, quando il titolo della Neapolis venne trasferito temporalmente a Torre del Greco, così come avvenne successivamente con il Miano durante l’epoca Giugliano.
Oggi, una strada simile potrebbe portare direttamente alla Serie D in tempi più rapidi, in caso di titoli già disponibili. Tuttavia, questa soluzione presenta almeno tre criticità: 1Denominazione provvisoria – Almeno per il primo anno, il club dovrebbe avere un nome diverso da quello storico, come già avvenuto in passato; 2) Problema etico – Un’altra città verrebbe privata del proprio titolo sportivo, in favore di un’altra (“mors tua, vita mea”) 3) Incertezza sulla nuova proprietà – Sarebbe più difficile verificare la solidità e le reali intenzioni del gruppo imprenditoriale pronto a investire. Pertanto, questa via potrebbe sembrare la più economica nel breve termine, ma i rischi sono molteplici, compreso quello di ritrovarsi nuovamente in mani sbagliate.
Opzione 2: Ripartenza in Eccellenza con una nuova società. L’alternativa, più solida e garantista, è quella disciplinata dall’articolo 52, comma 10, delle NOIF: “In caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B e di Serie C, il Presidente Federale potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, di almeno due categorie inferiori rispetto a quello professionistico di origine”.
In questo modo, la Turris potrebbe ripartire dall’Eccellenza con il proprio titolo storico, completamente ripulito e affidato a una società nuova di zecca, senza alcun legame con la vecchia gestione. Infatti, il regolamento federale prevede che: “I soci e gli amministratori della nuova società non devono aver ricoperto, negli ultimi 5 anni, il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza in società escluse dal campionato o revocate dall’affiliazione FIGC”.
A gestire il processo, inoltre, sarebbe direttamente il sindaco, il quale sarebbe, da regolamento, l’unico autorizzato a presentare la domanda di ammissione in sovrannumero alla FIGC, dopo aver nominato una commissione incaricata di valutare le proposte dei gruppi imprenditoriali interessati. Sarebbe lo stesso percorso seguito da Bari con i De Laurentiis o da Salerno con Lotito, garantendo così alla città un filtro istituzionale per selezionare teoricamente una proprietà solida ed evitare altre gestioni scellerate.
L’unico svantaggio? Il pagamento a fondo perduto di 100.000 euro, una cifra superiore, forse, al valore di mercato, per trasferire un titolo già esistente. Tuttavia, questa somma fungerebbe da barriera naturale per scoraggiare soggetti poco affidabili e garantire che solo imprenditori seri e capaci si facciano avanti. Anche perché la città ha già pagato un prezzo altissimo per gestioni sbagliate: ora più che mai servono scelte ponderate, affinché la Turris possa rinascere con basi solide, nonché ritrovare la dignità e il rispetto che merita.
Grazie alla “rivoluzione forzata” della rosa corallina, la Turris ha fatto segnare uno degli incassi più alti di tutta la Serie C sotto la voce “minutaggio under”. Complice il “lavoro” del dirigente Capriola e soci, che hanno praticamente fatto scappare quasi tutti i big della squadra di Torre del Greco, la Turris si è ritrovata a giocare con un gruppo formato da tantissimi under e qualche senatore.
Infine, per la Turris anche la beffa dei contributi accumulati ma che non saranno mai incassati. In otto partite (nel lasso di tempo tra la 21esima e 28esima giornata), i corallini hanno messo a referto 130 mila euro. Il dato permette alla Turris di piazzarsi al terzo posto nella speciale classifica del minutaggio, con Taranto secondo con 150 mila euro (dove per oltre un mese si è giocato con l’intera Primavera) e il Benevento primo a quota 180 mila euro per i tantissimi giovani provenienti dal proprio settore. Complice la radiazione ad un passo, sia la Turris che il Taranto non riceveranno nemmeno un euro da questa tranche di pagamenti dalla Lega per il bonus minutaggio. Una scelta giusta, che complica ulteriormente i “piani” del dirigente corallino, che sperava di riuscire a mettere mano su questi 130 mila euro.
La scelta della Lega Pro è sacrosanta, non si vuole dare in nessun modo favoreggiamenti a chi ha infangato il nome di città importanti e della Serie C a suon di deferimenti e pagamenti ordinari effettuati di rado. Sul fronte radiazione invece, le prossime ore saranno caldissime. C’è attesa per l’esclusione ufficiale con la squadra corallina che rischia concretamente di fare la fine del Taranto. Con il girone C che dunque chiuderà la stagione con solo 18 squadre.