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Calcio

Taranto escluso, Zerbo non demorde: ‘Avanti con i ricorsi’. Ferrarese: ‘Una fondazione per far ripartire lo sport a Taranto’

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Come atteso per mesi il Taranto è stato ormai escluso dall’attuale campionato di Serie C. Una situazione spinosa, che ha aumentato gli interrogativi per il futuro del club rossoblù. A parlare della delicata fase che sta attraversando la piazza pugliese è stato il presidente in pectore Rinaldo Zerbo, che ha concesso alcune dichiarazioni a Tutto Sport Taranto e Kifra TV.

Queste le sue parole: “Sin dall’inizio avevo detto che ci saremmo opposti alla nostra esclusione e che saremmo andati avanti fino all’ultimo grado di giudizio. Il tribunale ha dato un parere che va interpretato, si parla di esclusione dal campionato con tre punti di penalizzazione da scontare in un prossimo campionato, quindi il titolo sportivo è ancora esistente. Aspettiamo le motivazioni per poter capire cosa ci viene contestato. Di sicuro non c’è la radiazione e noi andremo avanti con i ricorsi perché sono certo di avere ragione”.

Zerbo ha concluso descrivendo le prospettive per il prossimo periodo: “L’incontro con il sindaco di Faggiano è saltato per un mio impegno a Praga. Ho chiesto al sindaco di rivederci in un secondo momento. Lo incontrerò perché intendo portare avanti il mio progetto. Se rimane il titolo al Taranto calcio andrò a perfezionare la cessione del club insieme ai miei soci. Ai tifosi dico che sicuramente, io e loro, ci libereremo di Giove, poi si vedrà”.

Nel frattempo La Curva Nord di Taranto ha preso di mira lo stesso direttore generale del Taranto, con uno striscione comparso nella mattinata di domenica scorsa sul muro di cinta dello stadio di Faggiano. L’impianto, che nelle intenzioni di Massimo Giove prima e dello stesso Zerbo poi, sarebbe dovuto diventare la “casa del Taranto”, è diventato il simbolo della contestazione.

Dopo l’esclusione del club dalla Serie C, i tifosi hanno reagito con ironia alle parole del dirigente, che aveva dichiarato: “Dopo un anno di assestamento in D, punteremo al ritorno in Serie C”. Va ricordato che Zerbo, sia per sua stessa ammissione che per Massimo Giove, sarebbe dovuto diventare nuovo proprietario del Taranto.

Intanto, all’indomani della visita del ministro Andrea Abodi, nel suo ufficio alla Cittadella delle Imprese, il Commissario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese passa da una riunione tecnica ad una organizzativa. Tra l’una e l’altra riesce a trovare il modo di approfondire la sua idea di costituire una polisportiva per rilanciare lo sport a Taranto. Un’idea abbozzata proprio a margine della conferenza finale tenuta col ministro. Anzi, più che un’idea è una necessità. Per almeno due ragioni.

La prima: grazie ai Giochi del Mediterraneo si stanno realizzando impianti sportivi all’avanguardia: il rinnovato stadio di calcio, le piscine olimpiche, la riqualificazione del PalaMazzola,il PalaRicciardi, il Centro Nautico, giusto per citare i più significativi. Impianti gioiello che, tuttavia, dopo i Giochi corrono il rischio di restare sguarniti, senza società sportive locali che possa utilizzarli.

Una prospettiva deprimente che è la conseguenza della annata fallimentare dello sport tarantino: il CJ Basket costretto a ritirarsi dal campionato per mancanza di risorse finanziarie, la Prisma Volley retrocessa sul campo dopo un’annata sfortunata ma allo stesso tempo costretta a confrontarsi in un campionato dove altre società hanno la possibilità di mettere in campo una potenza di fuoco che Taranto in questo momento storico non può permettersi, nonostante la buona volontà del duo Bongiovanni-Zelatore.

Il capitolo sul calcio e sulla umiliante stagione rossoblù, la più ingloriosa della sua storia, non ha bisogno di altre parole. Un fallimento totale, insomma – ed è questa la seconda ragione – che rispecchia l’aggressiva povertà del tessuto economico e imprenditoriale, falcidiato innanzitutto dalla crisi del colosso siderurgico dal quale l’economia del territorio continua suo malgrado a dipendere in larga parte. Una crisi alla quale si aggiunge l’instabilità politica che certo non ha aiutato la città a tirarsi su.

Ecco allora la proposta del commissario straordinario e presidente del Comitato Organizzatore. «La mia idea – spiega Massimo Ferrarese al nostro giornale – è quella di costituire una Fondazione, quindi parliamo di un soggetto giuridico senza fini di lucro, che sostenga l’attività delle società sportive a Taranto». Su chi dovrebbe entrare in questa fondazione, Ferrarese ha le idee chiare: «Immagino una Fondazione della quale facciano parte Comune, Provincia, Camera di Commercio, Università, le imprese grandi e piccole, le personalità istituzionali. In altre parole, soggetti pubblici e privati che si mettano finalmente insieme per dare un contributo concreto a rilanciare lo sport a Taranto».

«La Fondazione potrebbe supportare le attività sportive con tre società al proprio interno: una per il calcio, una per il basket, un’altra per il volley. Tre distinte società la cui gestione andrebbe affidata a tecnici di assoluto valore. Le tre società dovrebbero alimentarsi con la propria attività e con il supporto della fondazione e degli sponsor che decideranno di partecipare a questa grande iniziativa per Taranto. Altrimenti davvero si rischia di cadere nel paradosso di avere splendidi impianti senza squadre che vi possano giocare».

«Io penso – spiega ancora il commissario – che le grandi imprese che sono a Taranto debbano sentirsi onorate di far parte di una fondazione che abbia questi obiettivi. Guardate, non penso ad una partecipazione risarcitoria, ma proprio alla responsabilità sociale delle imprese nei confronti di questo territorio. Lo spirito, per chiunque, dovrà essere quello di mettersi a disposizione della città. Una simile iniziativa non andrebbe a rilanciare solo lo sport, ma sarebbe una molla per uno scatto culturale di questo territorio».

«Io – dice ancora Ferrarese – mi farò promotore di questa iniziativa e farò il possibile perché questa creatura possa poi camminare con le proprie gambe». Il commissario è certo che Taranto possa davvero rinascere, cogliendo le opportunità offerte da questo momento storico irripetibile: i Giochi e i fondi europei che stanno per piovere in città sono una occasione unica.

«Taranto – osserva Ferrarese – può ripartire proprio dal rilancio dello sport. Da questa manifestazione può innescarsi quello scatto culturale al quale facevamo riferimento prima. E da qui anche l’economia può ripartire. I tarantini devono però superare l’assuefazione, la rassegnazione. Taranto deve essere consapevole di ciò che potrà essere nei prossimi anni. Questa è una città meravigliosa che attende solo di rimettere in moto il suo straordinario potenziale».

I Giochi del 2026 possono essere il trampolino di lancio, anche psicologico, per la città. «Stiamo lavorando bene. Aver realizzato quasi il 68% degli interventi tra lavori in corso e appalti assegnati è una grande soddisfazione. Se le imprese di costruzione impegnate nei lavori ci seguiranno realizzeremo i Giochi e saranno grandi Giochi, nonostante i quattro anni persi prima del mio insediamento. Taranto merita una bella manifestazione e merita soprattutto di mostrarsi al mondo per la sua bellezza».

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